2013-10-29 19:58:24

Scontro in Giunta al Senato sulla decadenza di Berlusconi


Dopo una giornata caotica, la Giunta per il regolamento del Senato è tornata a riunirsi in serata per discutere se il voto in Aula sulla decadenza di Silvio Berlusconi dovrà essere segreto o palese. La decisione arriverà forse questa mattina. Il presidente dei senatori Pdl, Renato Schifani, chiede invece che i lavori della Giunta vengano interrotti perché, sostiene, non si può cambiare il regolamento. Ieri, poi, la Corte d’Appello di Milano ha depositato le motivazioni con le quali il 19 ottobre scorso ha fissato in due anni l’interdizione dai pubblici uffici per il leader del Pdl. Il servizio di Debora Donnini:RealAudioMP3

La Giunta per il regolamento del Senato dovrà decidere se modificare la prassi del voto segreto o cambiare con il voto palese, ipotesi quest’ultima caldeggiata dal Pd e dal Movimento 5 Stelle. Oggi poco dopo l’apertura, i lavori erano stati sospesi su richiesta del Pdl in relazione alle motivazioni della sentenza di interdizione. La Corte d’Appello “ha detto che l'incandidabilità è una sanzione amministrativa, e pertanto non è retroattiva", ha affermato il senatore Pdl Francesco Nitto Palma secondo cui, dunque, i lavori dovevano essere sospesi. L’obiezione però non è stata accolta e la Giunta ha deciso di procedere anche se la seduta è stata subito sospesa nuovamente per dare la precedenza ai lavori dell’Aula. E' tornata comunque a riunirsi in serata anche se nel pomeriggio è intervenuto in Aula il presidente dei senatori Pdl. Renato Schifani ha chiesto al presidente Grasso di interrompere i lavori della Giunta perché non si può cambiare il regolamento. Intanto L’Aula ha respinto la proposta del Movimento Cinque Stelle di votare il 5 novembre la decadenza di Berlusconi. La conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama ha fissato il calendario dei lavori fino al 22 novembre e non c’è traccia del voto sulla decadenza di Berlusconi perché si aspetta, appunto, la decisione delle Giunta del regolamento sul tipo di scrutinio. Per Berlusconi il voto sulla sua “decadenza sarebbe una macchia sulla democrazia”: “un leader escluso così perché non si riesce a batterlo nelle urne", dice in un’anticipazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa auspicando che il governo intervenga sulla legge Severino: basterebbe –afferma - approvare “una norma che chiarisca la irretroattività”. Oggi la Corte d’Appello di Milano ha, appunto, rese note le motivazioni della sentenza con cui ha disposto l’interdizione per due anni dai pubblici uffici di Berlusconi, nell’ambito del processo Mediaset. I giudici scrivono che "il ruolo pubblico e politico assunto dall'imputato aggrava la valutazione della sua condotta” e sostengono che la Legge Severino riguarda un ambito distinto rispetto a questo processo.

Ultimo aggiornamento: 30 ottobre







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