Scontro in Giunta al Senato sulla decadenza di Berlusconi
Dopo una giornata caotica, la Giunta per il regolamento del Senato è tornata a riunirsi
in serata per discutere se il voto in Aula sulla decadenza di Silvio Berlusconi dovrà
essere segreto o palese. La decisione arriverà forse questa mattina. Il presidente
dei senatori Pdl, Renato Schifani, chiede invece che i lavori della Giunta vengano
interrotti perché, sostiene, non si può cambiare il regolamento. Ieri, poi, la Corte
d’Appello di Milano ha depositato le motivazioni con le quali il 19 ottobre scorso
ha fissato in due anni l’interdizione dai pubblici uffici per il leader del Pdl. Il
servizio di Debora Donnini:
La Giunta per
il regolamento del Senato dovrà decidere se modificare la prassi del voto segreto
o cambiare con il voto palese, ipotesi quest’ultima caldeggiata dal Pd e dal Movimento
5 Stelle. Oggi poco dopo l’apertura, i lavori erano stati sospesi su richiesta del
Pdl in relazione alle motivazioni della sentenza di interdizione. La Corte d’Appello
“ha detto che l'incandidabilità è una sanzione amministrativa, e pertanto non è retroattiva",
ha affermato il senatore Pdl Francesco Nitto Palma secondo cui, dunque, i lavori dovevano
essere sospesi. L’obiezione però non è stata accolta e la Giunta ha deciso di procedere
anche se la seduta è stata subito sospesa nuovamente per dare la precedenza ai lavori
dell’Aula. E' tornata comunque a riunirsi in serata anche se nel pomeriggio è intervenuto
in Aula il presidente dei senatori Pdl. Renato Schifani ha chiesto al presidente Grasso
di interrompere i lavori della Giunta perché non si può cambiare il regolamento. Intanto
L’Aula ha respinto la proposta del Movimento Cinque Stelle di votare il 5 novembre
la decadenza di Berlusconi. La conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama ha fissato
il calendario dei lavori fino al 22 novembre e non c’è traccia del voto sulla decadenza
di Berlusconi perché si aspetta, appunto, la decisione delle Giunta del regolamento
sul tipo di scrutinio. Per Berlusconi il voto sulla sua “decadenza sarebbe una macchia
sulla democrazia”: “un leader escluso così perché non si riesce a batterlo nelle urne",
dice in un’anticipazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa auspicando che il governo
intervenga sulla legge Severino: basterebbe –afferma - approvare “una norma che chiarisca
la irretroattività”. Oggi la Corte d’Appello di Milano ha, appunto, rese note le motivazioni
della sentenza con cui ha disposto l’interdizione per due anni dai pubblici uffici
di Berlusconi, nell’ambito del processo Mediaset. I giudici scrivono che "il ruolo
pubblico e politico assunto dall'imputato aggrava la valutazione della sua condotta”
e sostengono che la Legge Severino riguarda un ambito distinto rispetto a questo processo.