Referendum non ufficiale nella regione di Abyei contesa fra Sudan e Sud Sudan: critiche
dall’Unione Africana
“Inaccettabile e irresponsabile”: l’Unione africana condanna il referendum organizzato
dalla società civile nella regione petrolifera di Abyei, contesa fra Sudan e Sud Sudan,
per decidere da che parte stare. Per scongiurare nuovi scontri, il presidente del
Sudan, al Bashir, ha detto ieri di voler collaborare con il suo omologo sud sudanese,
Kiir, per una soluzione pacifica. Il servizio di Giulio Albanese.
Un
voto formalmente non riconosciuto da Khartoum e da Juba, ma che esprime una volontà
popolare dopo anni di violenze. Attraversata da paludi, rivoli e fiumi che rappresentano
durante la semina una garanzia di sopravvivenza per le popolazioni autoctone, Abyei
è ricca di petrolio, vero oggetto del contenzioso tra i due Sudan. In questo remoto
territorio convivono, fianco a fianco, due popolazioni molto differenti per motivi
etnici e culturali. Si tratta dei Misseryia di razza araba, che tifano per il governo
di Khartoum e i nilotici Denka Ngok, guerrieri disposti a morire, pur di salvaguardare
l’integrità dei loro territori. I seggi rimarranno aperti anche oggi e i risultati
dovrebbero essere annunciati già dopodomani, al massimo venerdì. Ora il problema è
che chiunque vincerà rischia d’essere osteggiato dal proprio antagonista. Dunque il
timore è che si torni a combattere, destabilizzando la linea di faglia tra i due Sudan.
Nei giorni scorsi, le Nazioni Unire hanno invitato Juba e Khartoum ad evitare “ogni
azione unilaterale che potrebbe aggravare la tensione”, ritenendo “esplosiva” la situazione
della contea.