2013-10-29 17:54:44

Migrazioni. Tra emergenza e lungo termine


RealAudioMP3 Torniamo a parlare di migrazioni mentre continuano i soccorsi di profughi al largo delle coste maltesi e della Calabria. Igiaba Scego, scrittrice italiana di origine somala, presidente dell'associazione Incontri di civiltà: "C'è una responsabilità storica nei confronti di paesi come l'Eritrea o la Somalia, che purtroppo l'Italia non vede. Sono regioni dell'Africa la cui esatta collocazione geografica nemmeno si conosce. Vero è che dovrebbe venire prima di tutto da quelle stesse popolazioni la costruzione della pace che in buona parte ancora manca - come i vescovi africani e del Madagascar hanno chiesto nella plenaria appena conclusasi - ma non dimentichiamoci di tutte le cause esterne alle nostre guerre di cui paghiamo tutti le conseguenze. Molte persone che anni addietro sono riuscite a rifarsi una vita accettabile fuori dall'Africa, ora stanno tornando, segno che c'è una volontà di rimettere in piedi realtà sfiancate da terrorismo e lacerazioni politiche, economiche e sociali. Dobbiamo trovare vie legali agli spostamenti. Non c'è coordinamento a livello europeo".
Antonello Ferrara, maresciallo della Marina Militare, dal 1999 al 2006 ha lavorato nel Canale di Sicilia partecipando a operazioni di soccorso di circa diecimila persone. Attualmente è responsabile dell'Osservatorio Povertà della Caritas di Siracusa: "Nella nostra provincia abbiamo registrato circa diecimila arrivi negli ultimi sei mesi. Non eravamo preparati a questa situazione. Non è stato facile dare assistenza adeguata ma abbiamo cercato di aprire le nostre mense, che normalmente ospitano una quarantina di persone a pasto, a duecento persone. Una parrocchia ha aperto i locali della chiesa per ospitare un'ottantina di persone. Ci sono un migliaio di minori non accompagnati che giungono per lo più dal sud dell'Egitto, dalla Siria, dalla Somalia, dal Mali. Abbiamo messo su un sistema di tutoraggio insieme all'Arci locale e ad alcune religiose: è nata così AccoglieRete, ottanta tutori che si prendono cura di trecento ragazzi presso i centri di accoglienza. Bisognerebbe importare anche da noi ciò che prevede la legislazione tedesca o svedese in tema di diritto di asilo - sottolinea Ferrara - che rende gli spostamenti delle persone più sicuri e soprattutto più sicura e dignitosa l'accoglienza. Non si può andare avanti più secondo il modello del CARA di Mineo. Abbiamo chiesto alla prefettura di trovare altri modelli, di dislocazione più diffusa dei richiedenti asilo, a livello famigliare".
Andrea Segre, regista del film La prima neve, sulla storia di un profugo del Togo che troverà il suo riscatto in un paesino del Trentino: "Io sono arrivato a fare questo film dopo anni di raccolta di testimonianze, contaminando il mio punto di vista e la mia cultura. Di tanto in tanto il nostro paese riscopre queste storie di fuga come se mentre noi ci distraiamo non ci fossero. E allora viviamo delle onde di emozione che ci coinvolgono molto rapidamente. Invece è importante seguire queste storie nel tempo senza essere consumati dalla velocità mediatica. Queste persone lasciano i propri paesi prendendo su di sé ciò che rimane, il proprio corpo, per tentare di trovare un futuro migliore altrove. Noi siamo abituati ad appiccicare sulle loro esistenze le categorie di extra-comunitario o clandestino che tendono a disprezzare queste vite. Se l'ultima tragedia di Lampedusa produce spettacolarizzazione, pietà e vergogna solo momentanee, non andiamo da nessuna parte, se invece impariamo da ciò che il destino di queste centinaia di persone ci ha portato davanti agli occhi e capiamo che queste tragedie nascono anche da scelte politiche sbagliate e disumane e ci poniamo in atteggiamento di cambiamento, allora Lampedusa sarà davvero uno spartiacque storico". (a cura di Antonella Palermo)







All the contents on this site are copyrighted ©.