Secondo l’associazione delle casse di risparmio, l’Acri, piu' si accumulano anni di
crisi, piu' famiglie ne vengono colpite: indirettamente hanno dovuto farci i conti
il 40% dei nuclei familiari, in generale per la perdita del lavoro (20%) o per il
peggioramento delle condizioni di lavoro (il 15% contro il 9% del 2012), ma c'e' anche
chi non viene pagato con regolarita' (3%) e chi ha dovuto cambiare lavoro (4%). Le
famiglie colpite direttamente, ossia nei percettori di reddito del nucleo familiare,
sono il 30%, con un incremento di 4 punti percentuali rispetto al 2012 (erano il 26%).
E' quanto sottolinea il 'Rapporto' diffuso ieri, in cui si legge che ''sono il 26%,
percentuale uguale a quella del 2012, le famiglie che segnalano un serio peggioramento
del proprio tenore di vita (erano il 21% nel 2011 e il 18% nel 2010), mentre quasi
la metà degli intervistati (il 47%, erano il 46% nel 2012) dichiara di avere difficoltà
a mantenere il proprio tenore di vita. Bankitalia aggiunge che il difficile accesso
al credito rischia di essere un'insidia la ripresa. Alessandro Guarasci ha
sentito Nunzio Bevilacqua, giurista ed esperto economico:
R. – Il problema
del credit crunch ormai è un problema saputo e risaputo. La questione è trovare
una via d’uscita a questo problema, che attanaglia le famiglie, ma che attanaglia
sempre più le imprese. Se ne esce attraverso una cooperazione con lo Stato, attraverso
un rafforzamento degli strumenti dei fondi di garanzia e soprattutto attraverso delle
convenzioni che devono essere stipulate e che consentono, andando anche incontro a
quelle che sono le garanzie delle banche, un accesso un po’ più aperto soprattutto
per quelle che sono le questioni familiari e per le persone con figli a carico.
D.
– Questo, secondo lei, quanto può avere ostacolato le famiglie, che ormai abbiamo
capito fanno sempre più ricorso ai risparmi per sostenere tutta una serie di spese?
R.
– Questo ha creato un grosso problema, perché da una parte riduce quelli che sono
i risparmi di una vita delle famiglie italiane; dall’altra, è anche un rischio che
molte famiglie indebitate, in certi momenti, possano pensare di accedere a forme di
finanziamento, che fanno capo all’illegalità. Questo è un grande rischio, un onere
che anche lo Stato si deve assumere.