2013-10-28 12:32:45

Una mamma e un nonno raccontano la gioia della “Giornata della famiglia” con Papa Francesco


A Piazza San Pietro come a casa. E’ il piccolo “miracolo” che si è compiuto questa fine settimana grazie alla “Giornata della Famiglia” celebrata con Papa Francesco, nel contesto dell’Anno della Fede. Un evento che si è contraddistinto per la gioia dei bambini che ha contagiato tutti a partire dal Santo Padre. All’indomani di questo evento, Alessandro Gisotti ha raccolto la testimonianza di Laura Patanella, mamma milanese che assieme al marito e ai suoi quattro figli ha preso parte alla due giorni con il Papa:RealAudioMP3

R. - Non è la prima volta che andiamo a Roma con la famiglia. In effetti, però, erano un po’ di anni che non riuscivamo ad andare tutti insieme. I miei figli li ho visti molto contenti, anche se all’inizio magari qualcuno dei più grandi borbottava all’idea di fare due giorni così intensi. Poi, alla fine, li abbiamo vissuti con serenità, nel guardare le altre famiglie che erano con noi, nello stare insieme e nelle tre parole belle e semplici che ha pronunciato il Papa per noi. Siamo stati molto contenti.

D. – Le tre parole, ricordiamolo, sono “permesso, scusa, grazie”…

R. – Esatto, le tre parole sono queste. Ripensando anche con mio marito, siamo stati proprio fortunati, ci siamo guardati ed abbiamo pensato: “Caspita, forse 19 anni di matrimonio sono anche per queste tre parole che ci siamo detti”. Si può bisticciare durante la giornata ma come ci ha detto il Papa alla sera bisogna guardarsi in faccia e ricominciare.

D. – La cosa che Papa Francesco ha sottolineato è che le famiglie cristiane non devono solo dirsi che sono belle tra loro ma uscire ed andare a testimoniare questa bellezza fuori…

R. – Esatto. Sempre con mio marito facciamo il corso ai fidanzati in parrocchia. In effetti, la cosa bella è testimoniare ogni volta a queste coppie di fidanzati che si vogliono sposare la bellezza del matrimonio, vissuto proprio come un cammino di fede.

D. – In queste due giornate, le gioie sono state tante, però poi c’è la vita quotidiana. Cosa resta allora di questo evento?

R. – Resta il fatto che siamo fortunati ad avere un Papa che ci vuole così bene e ci guida. Non siamo soli ma siamo in una grande famiglia che è la Chiesa. Non siamo soli come famiglia per cui, anche nei momenti di fatica e sconforto della quotidianità, il fatto di condividerli con altre persone, altre famiglie, o amici, ti richiama a guardare sempre a Gesù.


Nella veglia di sabato, Papa Francesco non ha mancato di mettere l’accento sul ruolo insostituibile dei nonni nella vita delle famiglie. Parole che hanno toccato il cuore di Eugenio Bollani, nonno, che assieme alla moglie e alla nipotina di tre anni ha vissuto la “Giornata della Famiglia” in Piazza San Pietro. Alessandro Gisotti lo ha intervistato:RealAudioMP3

R. - Come tutti i pellegrini o come tutti i turisti quando si va in un posto, il mattino dopo, una volta tornati, si iniziano a guardare le fotografie scattate. Una delle fotografie che ho in mente è questa: questi palloncini che hanno inondato il cielo sopra Piazza San Pietro. La mia nipotina ne ha lasciato andare uno senza piangere; ha tre anni e generalmente guai! Si sa quando un bambino perde un palloncino! Mentre, questa volta ha detto: “Nonno, lo faccio andare in cielo da Gesù”. La seconda immagine che ho in mente è questa: sembrava di essere in una piazza di un paese, davanti alla chiesa dove tutti eravamo insieme; nei tempi morti vedere i bambini sul sagrato sdraiati a disegnare quello che vedevano … L’altra immagine è questo Papa Francesco circondato dai bambini; con alcuni di essi dialogava. Ad un bambino stava addirittura spiegando cosa succedeva. Questo Papa, come un nonno che sta lì ad ascoltare, era veramente un richiamo a noi grandi di come bisogna porsi davanti ai bambini.

D. - Lei ha detto che Papa Francesco in alcuni momenti sembrava proprio un nonno con i suoi nipoti. Sappiamo quanto Jorge Mario Bergoglio tenga a cuore i nonni. Anche in questi giorni, ha ribadito che i nonni “sono la saggezza di un popolo”, hanno tanto da dare a figli e nipoti. Cosa hanno detto al suo cuore queste parole?

R. - La cosa che mi ha colpito da nonno e da padre è stata che - e lo ha anche detto lui - noi cristiani non siamo ingenui, non ci dimentichiamo le difficoltà che ci sono nel mondo. Però, ci ha richiamato a non avere paura di assumerci le nostre responsabilità e andare a dire agli altri quanto è bello stare in un certo modo. Il culmine è stato quando il Papa ha chiesto a tutti i bambini di fare il Segno della Croce. È il primo gesto che un padre, un nonno insegnano ai propri figli. Devo dire che la mia nipotina, pur avendo tre anni, ha pasticciato un po’, però alla fine era convinta di aver fatto il Segno della Croce perché glielo aveva detto il Papa. Glielo aveva detto questo grande nonno!







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