2013-10-28 12:52:04

Sudan: referendum nell'Abyei nonostante il "no" di Juba e Khartoum


Migliaia di persone stanno partecipando da domenica ad un referendum per l’autodeterminazione di Abyei, un voto però non riconosciuto né dal Sudan né dal Sud Sudan: lo dice all'agenzia Misna mons. Michael Didi Mangoria, vescovo di El Obeid, la diocesi che comprende questa regione petrolifera contesa al confine tra i due Paesi. “Le comunità Dinka stanno partecipando con entusiasmo – sottolinea mons. Mangoria – ma resta da capire quali conseguenze potrà avere un voto deciso in modo unilaterale, non sostenuto né dal governo del Sudan né da quello del Sud Sudan”. Il vescovo aggiunge di sperare che il referendum, convocato da organizzazioni della società civile locale, “non rimetta in discussione” la volontà di Juba e di Khartoum di raggiungere un compromesso su Abyei. Un riferimento, questo, all’impegno per una soluzione negoziata del contenzioso sulla regione ribadito ancora oggi dal presidente sudanese Omar Hassan Al Bashir e nei giorni scorsi dal suo omologo sud-sudanese Salva Kiir. Il voto, in realtà, qualche tensione l’ha già creata. Il governo di Khartoum ha impedito a una delegazione dell’Unione Africana (Ua) di recarsi ad Abyei, sostenendo di “non voler far coincidere la visita con i preparativi” del referendum. L’organismo continentale, impegnato in un complesso tentativo di mediazione, aveva accusato il Sudan di ostacolare il proprio lavoro e chiesto “una piena cooperazione con l’obiettivo di risolvere la situazione ad Abyei”. Secondo i rappresentanti delle comunità Dinka, le votazioni andranno avanti per tre giorni e i risultati saranno diffusi giovedì. Prevista dagli accordi che nel 2005 misero fine alla guerra civile ma già rinviata una prima volta nel 2011, l’anno dell’indipendenza del Sud Sudan, la consultazione in teoria consentirebbe di decidere se Abyei e i suoi giacimenti saranno controllati da Juba o da Khartoum. Finora il voto non si era tenuto per i contrasti sull’identificazione degli aventi diritto: solo i residenti Dinka, come vorrebbe il Sud, o anche i pastori arabi Misseriya, che si spostano nella regione solo alcuni mesi l’anno e che sono alleati di Khartoum. (R.P.)







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