Fondazione Giovanni Paolo II per il Sahel: rinnovarsi per un servizio migliore ai
poveri
La necessità di un rinnovamento della “Fondazione Giovanni Paolo II per il Sahel”
perché realizzi nel modo migliore il suo servizio per la lotta alla siccità e alla
desertificazione nel Sahel, realizzando nel quotidiano la carità del Papa, è stata
messa in luce durante i lavori del Consiglio di amministrazione della Fondazione,
che si è concluso ieri a Ouagadougou. Secondo la nota pervenuta all’agenzia Fides
dalla curia diocesana di Bissau, questa sessione straordinaria si è aperta il 25 ottobre
con gli interventi dell’arcivescovo di Ouagadougou, mons. Philippe Ouedraogo; del
presidente del Consiglio di amministrazione della Fondazione, mons. Jean-Pierre Bassene,
vescovo di Kolda (Senegal); del nunzio apostolico in Burkina-Niger, l’arcivescovo
Vito Rallo, e del card. Robert Sarah, presidente di Cor Unum. Nei suoi 30 anni di
vita, la Fondazione ha adempiuto alla sua missione di essere “il buon samaritano”
per le persone in maggiori necessità dei nove Paesi che abbraccia (Burkina Faso, Capo
Verde, Ciad, Gambia, Guinea Bissau, Mali, Mauritania, Níger, Senegal), ora al centro
dei lavori di questa riunione, c’è la domanda su quali strade intraprendere per proseguire
nel modo migliore il sostegno alle popolazioni povere del Sahel nella loro lotta alla
siccità. (R.P.)