Siria: autobomba a Damasco. 115mila le vittime dall'inizio del conflitto
In Siria non si ferma la violenza. Ieri un attentato terroristico ha devastato uno
dei sobborghi di Damasco. Nel pomeriggio un’autobomba è esplosa in una zona controllata
dai ribelli, mentre è giallo sull’uccisione di un capo qaedista. La cronaca, nel servizio
di Elvira Ragosta:
Era il momento
della preghiera nella moschea di Wadi Barada, l’autobomba sarebbe saltata in aria
mentre i terroristi la riempivano di esplosivo. 40 le vittime al momento accertate,
tra questi anche un bambino di sette anni, mentre decine sono i feriti in gravi condizioni.
L’attentato è avvenuto a 40 km a nordovest di Damasco, in una zona controllata dai
ribelli, ma con le truppe lealiste schierate nei confini. Intanto ieri la tv di Stato
siriana ha annunciato la morte di al Julani, capo di al Nusra, uno dei gruppi più
violenti delle forze anti-Assad sul terreno e legato ad al Qaeda. Dall’alba di oggi
il gruppo al Nusra è impegnato in uno scontro contro gruppi armati curdi nella zona
orientale della Siria al confine iracheno. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti
umani, i curdi hanno preso il controllo del posto di frontiera Alyaaroubie. Sul terreno
si continua a combattere e i morti, dall’inizio della guerra, sono 115mila.Sono cinque
milioni gli sfollati interni, molti dei quali costretti a vivere in edifici disabitati,
moschee o parchi. A questi si aggiungono i siriani intrappolati in quartieri assediati
dall’esercito dove è impossibile l’arrivo degli aiuti umanitari. Ieri a New York l’Onu
ha presentato un rapporto sulla situazione economica siriana, da cui emerge che metà
della popolazione vive in estrema povertà, mentre la disoccupazione è al 48,6%. Duramente
colpita anche la scolarizzazione, con metà della popolazione studentesca che ha abbandonato
gli studi. Il quadro economico siriano presenta poi un crollo straordinario del Prodotto
interno lordo, che subisce drastici crolli di trimestre in trimestre. Rischi anche
sul piano sanitario per i bambini siriani, dopo i presunti casi di poliomelite. L’Unicef,
in collaborazione con l’Oms e altri partner, ha avviato in Siria una campagna di vaccinazioni
su larga scala con l’obiettivo di proteggere il maggior numero possibile di bambini
contro polio e altre malattie. Prima che iniziasse il conflitto la copertura vaccinale
in Siria copriva il 95%, negli ultimi due anni, invece, sono stati solo 500.000 i
bambini vaccinati. Sul piano negoziale, infine, una soluzione diplomatica che ponga
fine alle sofferenze della popolazione siriana è l’auspicio del segretario delle Nazioni
Unite Ban Ki-Moon, che ieri in un messaggio ha ricordato che la collaborazione tra
Onu e Opac (l'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche) per la distruzione
degli arsenali siriani continua.