2013-10-26 14:44:10

Pakistan. Vescovo di Islamabad: nonostante le promesse, ancora poca tutela per i cristiani


Non si placano i timori di nuovi attentati di matrice islamica tra i membri delle comunità cristiane e delle altre minoranze religiose presenti in Pakistan, dove le promesse di un rafforzamento delle misure di sicurezza a chiese e altri luoghi di culto - annunciate dal governo provinciale di Khyber Pakhtunkhwa dopo la strage dello scorso 22 settembre a Peshawar - continuano a rimanere insolute. È "triste" vedere che a dispetto delle ripetute minacce alle chiese "le misure di sicurezza non siano ancora soddisfacenti", ha commentato mons. Rufin Anthony, vescovo di Islamabad/Rawalpindi, raggiunto da AsiaNews. La polizia afferma il contrario, ma di tutto questo, aggiunge il presule, "non v'è traccia visibile". "Chiediamo alle autorità competenti - conclude - di prendere le misure necessarie per assicurarsi che questi episodi non si ripetano più". Le nuove azioni per sconfiggere le condizioni di isolamento e insicurezza in cui quotidianamente vivono i cristiani pakistani sono state annunciate dal governo della provincia a nord del Paese, dopo che lo scorso mese, presso la All Saints Church di Peshawar, 140 persone erano morte e altre 161 rimaste ferite in un attentato organizzato da due kamikaze che si sono fatti esplodere presso l’edificio. Con più di 180 milioni di abitanti (di cui il 97% professa l'islam), il Pakistan è la sesta nazione più popolosa al mondo ed è il secondo fra i Paesi musulmani dopo l'Indonesia. Circa l'80% è musulmano sunnita, mentre gli sciiti sono il 20% del totale. Vi sono inoltre presenze di indù (1,85%), cristiani (1,6%) e sikh (0,04%). Le violenze contro le minoranze etniche o religiose si verificano in tutto il territorio nazionale, in particolare a danno dei cristiani, da tempo obiettivo dei fondamentalisti islamici. (C.S.)







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