2013-10-26 14:28:59

Nigeria: raid dell'esercito, uccisi oltre 90 presunti miliziani di Boko Haram


Gravi episodi di violenza in Nigeria. Almeno 95 presunti combattenti della milizia islamico-radicale Boko Haram sono stati uccisi in un raid condotto dall'esercito nigeriano nello Stato settentrionale del Borno, in risposta a precedenti attacchi dei miliziani. Sulla situazione nel Paese africano, Giancarlo La Vella ha intervistato l’africanista Marco Massoni, segretario generale dell’Institute for Global Studies:RealAudioMP3

R. – In quest momento in Nigeria sta avvenendo una vera e propria militarizzazione delle regioni del Nord-Est dove si innesta la setta Boko Haram; questa militarizzazione probabilmente ha anche influenze esterne: da una parte abbiamo, appunto, le forze armate nigeriane, sostenute anche da influenza esterna, e dall’altra Boko Haram, la cui comprensione anche in termini di gerarchia interna risulta molto difficile da individuare, in termini di un unico referente con cui eventualmente negoziare.

D. – Il progetto di islamizzazione portato avanti da Boko Haram è il vero motivo delle loro azioni o c’è qualcos’altro?

R. – Sicuramente c’è qualcos’altro, nella misura in cui gli estremismi, gli attori non statali – un fenomeno, peraltro, che si sta diffondendo in tante aree del mondo e in particolare in Africa - sono fenomeni che preoccupano non solo in quanto utilizzano l’etichetta filo-religiosa dell’islam radicale, ma anche perché effettivamente sono zone che per decenni non sono state di fatto governate dal governo centrale. Attenzione a non illuderci che sia una forma di islamizzazione, perché in quelle regioni – per quanto siano sotto sharìa – anche lì la radicalizzazione di queste forme è un evento particolarmente nuovo: personalità dell’islam in queste zone sono state vittime di tentati attacchi terroristici da parte della sette Boko Haram.

D. – In Nigeria c’è una situazione che può giustificare un intervento della Comunità internazionale, in particolare dell’Unione Africana?

R. – Ci sono sempre più i presupposti affinché un intervento regionale o continentale – quindi, o della Cdao, la Comunità economica regionale di riferimento dell’Africa occidentale, o più in generale da parte dell’Unione Africana, abbia luogo. In tutti e due i casi, non dobbiamo dimenticare una tendenza che spesso, da letture occidentali un po’ fuorvianti, si dà: in Africa esistono rapporti di forze tra Stati e tra gruppi di Stati per una leadership all’interno del Continente che, ovviamente, mettono in evidenza da una parte interessi interni a questi gruppi di Paesi, ma non solo. Infatti, da diversi anni a questa parte c’è una pletora di nuovi attori esterni che esercita la sua influenza in maniera sempre crescente. E quindi non parlo più di Paesi colonialisti, bensì di Paesi emergenti, vale a dire Brasile, India, Cina, Turchia, Qatar e così via.







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