Nigeria: raid dell'esercito, uccisi oltre 90 presunti miliziani di Boko Haram
Gravi episodi di violenza in Nigeria. Almeno 95 presunti combattenti della milizia
islamico-radicale Boko Haram sono stati uccisi in un raid condotto dall'esercito nigeriano
nello Stato settentrionale del Borno, in risposta a precedenti attacchi dei miliziani.
Sulla situazione nel Paese africano, Giancarlo La Vella ha intervistato l’africanista
Marco Massoni, segretario generale dell’Institute for Global Studies:
R. – In quest
momento in Nigeria sta avvenendo una vera e propria militarizzazione delle regioni
del Nord-Est dove si innesta la setta Boko Haram; questa militarizzazione probabilmente
ha anche influenze esterne: da una parte abbiamo, appunto, le forze armate nigeriane,
sostenute anche da influenza esterna, e dall’altra Boko Haram, la cui comprensione
anche in termini di gerarchia interna risulta molto difficile da individuare, in termini
di un unico referente con cui eventualmente negoziare.
D. – Il progetto di
islamizzazione portato avanti da Boko Haram è il vero motivo delle loro azioni o c’è
qualcos’altro?
R. – Sicuramente c’è qualcos’altro, nella misura in cui gli
estremismi, gli attori non statali – un fenomeno, peraltro, che si sta diffondendo
in tante aree del mondo e in particolare in Africa - sono fenomeni che preoccupano
non solo in quanto utilizzano l’etichetta filo-religiosa dell’islam radicale, ma anche
perché effettivamente sono zone che per decenni non sono state di fatto governate
dal governo centrale. Attenzione a non illuderci che sia una forma di islamizzazione,
perché in quelle regioni – per quanto siano sotto sharìa – anche lì la radicalizzazione
di queste forme è un evento particolarmente nuovo: personalità dell’islam in queste
zone sono state vittime di tentati attacchi terroristici da parte della sette Boko
Haram.
D. – In Nigeria c’è una situazione che può giustificare un intervento
della Comunità internazionale, in particolare dell’Unione Africana?
R. – Ci
sono sempre più i presupposti affinché un intervento regionale o continentale – quindi,
o della Cdao, la Comunità economica regionale di riferimento dell’Africa occidentale,
o più in generale da parte dell’Unione Africana, abbia luogo. In tutti e due i casi,
non dobbiamo dimenticare una tendenza che spesso, da letture occidentali un po’ fuorvianti,
si dà: in Africa esistono rapporti di forze tra Stati e tra gruppi di Stati per una
leadership all’interno del Continente che, ovviamente, mettono in evidenza da una
parte interessi interni a questi gruppi di Paesi, ma non solo. Infatti, da diversi
anni a questa parte c’è una pletora di nuovi attori esterni che esercita la sua influenza
in maniera sempre crescente. E quindi non parlo più di Paesi colonialisti, bensì di
Paesi emergenti, vale a dire Brasile, India, Cina, Turchia, Qatar e così via.