Migliaia di famiglie oggi e domani in Piazza San Pietro. Il Papa: siete il motore
del mondo!
L’Anno della Fede sta per vivere uno dei suoi momenti più belli e gioiosi: la Giornata
della famiglia che verrà celebrata questa domenica. Oggi pomeriggio e domani mattina
migliaia di nuclei familiari affluiranno in Piazza San Pietro per incontrare Papa
Francesco: oggi alle 17.00 si svolgerà la Professione di fede, mentre domani alle
10.30 il Papa presiederà la Santa Messa. Il Pontefice, incontrando ieri i partecipanti
alla plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ha ricordato che è proprio
la famiglia il motore del mondo e della storia. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Una “comunità”
dove “si impara ad amare”, fatta di volti e persone “che dialogano, si sacrificano
per gli altri e difendono la vita”, specie “quella più fragile”. Papa Francesco tratteggia
così l’unicità della famiglia che, aggiunge, si potrebbe definire “senza esagerare”,
“il motore del mondo e della storia”. La famiglia, ha proseguito, è il luogo dove
“la persona prende coscienza della propria dignità” e, “se l’educazione è cristiana”,
riconosce “la dignità di ogni persona, in modo particolare di quella malata, debole,
emarginata”:
“Tutto questo è la comunità-famiglia, che chiede di essere
riconosciuta come tale, tanto più oggi, quando prevale la tutela dei diritti individuali.
Eh, dobbiamo difendere il diritto di questa comunità: la famiglia! Per questo avete
fatto bene a porre una particolare attenzione alla Carta dei Diritti della Famiglia,
presentata proprio trent’anni or sono, il 22 ottobre 1983”.
La famiglia,
ha proseguito, si fonda sul matrimonio. Ed ha sottolineato che “gli sposi cristiani
testimoniano che il matrimonio, in quanto sacramento, è la base su cui si fonda la
famiglia”:
“Il matrimonio è come se fosse un primo sacramento dell’umano,
ove la persona scopre se stessa, si auto-comprende in relazione agli altri e in relazione
all’amore che è capace di ricevere e di dare. L’amore sponsale e familiare rivela
anche chiaramente la vocazione della persona ad amare in modo unico e per sempre,
e che le prove, i sacrifici e le crisi della coppia come della stessa famiglia rappresentano
dei passaggi per crescere nel bene, nella verità e nella bellezza”.
Nel
matrimonio, ha osservato, “ci si dona completamente senza calcoli né riserve, condividendo
tutto, doni e rinunce”, sempre confidando nella Provvidenza di Dio. E’ questa, ha
detto, l’esperienza che “i giovani possono imparare dai genitori e dai nonni”. Si
tratta, ha soggiunto, di “un’esperienza di fede in Dio e di fiducia reciproca” ma
anche di santità, perché “la santità suppone il donarsi con fedeltà e sacrificio ogni
giorno della vita”. Certo, ha riconosciuto, “ci sono problemi nel matrimonio”, “diversi
punti di vista, gelosie” e si litiga anche:
“Ma dire ai giovani sposi che
mai finiscano la giornata senza fare la pace fra loro! Il Sacramento del matrimonio
viene rinnovato in questo atto di pace dopo una discussione, un malinteso, una gelosia
nascosta, anche un peccato. Fare la pace, che dà unità alla famiglia. Ma questo dirlo
ai giovani, alle giovani coppie che non è facile andare su questa strada, ma è tanto
bella questa strada. Tanto bella! Dirlo!”.
Il Papa ha quindi messo l’accento
su due fasi della vita familiare: “l’infanzia e la vecchiaia”. Ed ha confidato che
quando confessa un adulto sposato sempre gli domanda dei figli:
“'Mi dica
signore o signora, lei gioca con i suoi figli?'… 'Come Padre?'. 'Lei perde il tempo
con i suoi figli, lei gioca con i suoi figli?'. 'Ma, sa, quando io esco da casa al
mattino – mi dice l’uomo – ancora dormono e quando torno sono a letto'. Anche la gratuità,
quella gratuità del papà e della mamma con i figli. E’ tanto importante perdere il
tempo con i figli, giocare con i figli!".
“Una società che abbandona i
bambini e che emargina gli anziani – è stato il suo monito – recide le sue radici
e oscura il suo futuro”:
“Voi fate la valutazione su questa nostra cultura
oggi, con questo: ogni volta che un bambino è abbandonato e un anziano emarginato,
si compie non solo un atto di ingiustizia, ma si sancisce anche il fallimento di quella
società. Prendersi cura dei piccoli e degli anziani è una scelta di civiltà”.
La
Chiesa che si prende cura dei bambini e degli anziani, ha evidenziato, “diventa la
madre delle generazioni dei credenti” e al tempo stesso “serve la società umana” aiutandola
a “riscoprire la paternità e la maternità di Dio”. La “buona notizia” della famiglia,
ha proseguito, “è una parte molto importante dell’evangelizzazione, che i cristiani
possono comunicare a tutti”. Comunicarlo, ha osservato, soprattutto “con la testimonianza
della vita” specie “nelle società secolarizzate”. “Le famiglie veramente cristiane
– ha osservato – si riconoscono dalla fedeltà, dalla pazienza, dall’apertura alla
vita, dal rispetto degli anziani”:
“Il segreto di tutto questo è la presenza
di Gesù nella famiglia. Proponiamo dunque a tutti, con rispetto e coraggio, la bellezza
del matrimonio e della famiglia illuminati dal Vangelo! E per questo ci avviciniamo
con attenzione e affetto alle famiglie in difficoltà, a quelle che sono costrette
a lasciare la loro terra, che sono spezzate, che non hanno casa o lavoro, o per tanti
motivi sono sofferenti; ai coniugi in crisi e a quelli ormai separati. A tutte vogliamo
stare vicino con l’annunzio di questo Vangelo della famiglia, di questa bellezza della
famiglia”.