2013-10-26 19:57:15

Il Papa alle famiglie: rimanete unite a Gesù, perché se non c'è l'amore non c'è la gioia


Gli sposi “pregano insieme e con la comunità” perché “hanno bisogno dell’aiuto di Gesù” “per accogliersi l’un l’altro ogni giorno, e perdonarsi ogni giorno”. Lo ha ricordato Papa Francesco nel discorso alle migliaia di famiglie provenienti da oltre 70 paesi del mondo, che hanno affollato Piazza San Pietro sabato pomeriggio per il Pellegrinaggio alla tomba di San Pietro nell’Anno della fede. In tutto circa 100mila i presenti fra genitori, bambini e nonni. Il servizio di Debora Donnini:RealAudioMP3

Questa piazza “vi abbraccia: siamo un solo popolo, con un’anima sola, convocati dal Signore che ci ama e ci sostiene”. Papa Francesco rivolge le sue parole piene di calore ad una Piazza San Pietro colorata da una distesa di palloncini, festante, gremita da migliaia di famiglie: neonati in carrozzina, bambini di ogni età, genitori, nonni, ci sono anche bisnonni, riuniti per ascoltare le parole del Papa e per la Professione di Fede. Papa Francesco arriva sul Sagrato mano nella mano con dieci bambini e subito scherza con loro affettuosamente, chiedendogli se sanno farsi il segno della Croce. “Famiglia, vivi la gioia della fede” è il tema del Pellegrinaggio e il Papa si sofferma proprio sul modo in cui sperimentare questa gioia nella famiglia, oggi. Papa Francesco conosce le difficoltà che le famiglie vivono. “La vita spesso è faticosa”, “lavorare è fatica”, “ma – ricorda il Papa – quello che pesa di più nella vita è la mancanza di amore”; “pesano certi silenzi, a volte anche in famiglia, fra marito e moglie, fra genitori e figli”. Il Papa pensa anche agli anziani soli e alle famiglie che non sono aiutate a sostenere chi in casa ha bisogno di cure speciali. A tutte le famiglie Papa Francesco ricorda le parole di Gesù: “Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi”. “Il Signore conosce le nostre fatiche" e i pesi della nostra vita, dice, ma anche il nostro profondo desiderio di trovare la gioia del ristoro:

“Gesù ha detto: 'La vostra gioia sia piena'. Gesù vuole che la nostra gioia sia piena! Lo ha detto agli apostoli e lo ripete oggi a noi. Allora questa è la prima cosa che stasera voglio condividere con voi, ed è una parola di Gesù: Venite a me, famiglie di tutto il mondo - dice Gesù - e io vi darò ristoro, affinché la vostra gioia sia piena. E questa Parola di Gesù portatela a casa, portatela nel cuore, condividetela in famiglia. Ci invita ad andare da Lui per darci, per darvi e per darci a tutti la gioia”.

Papa Francesco si rifà poi al Rito del Matrimonio dove ci si promette di essere fedeli sempre “nella gioia e nel dolore”. “Come Abramo” gli sposi si mettono in cammino insieme e il Papa ricorda che proprio questo è il matrimonio: “partire e camminare insieme, mano nella mano, affidandosi alla grande mano del Signore”:

“Mano nella mano, sempre e per tutta la vita! E non fare caso a questa cultura del provvisorio, che ci taglia la vita a pezzi! Con questa fiducia nella fedeltà di Dio si affronta tutto, senza paura, con responsabilità”.

Il Papa ricorda quindi che gli sposi cristiani non sono ingenui, conoscono i problemi e i pericoli della vita. Ma non hanno paura di assumersi la loro responsabilità, davanti a Dio e alla società. Senza scappare, senza isolarsi, senza rinunciare alla missione di formare una famiglia e di mettere al mondo dei figli e “i cristiani - sottolinea - si sposano nel Sacramento perché sono consapevoli di averne bisogno!”. Papa Francesco ribadisce, quindi, quanto sia importante per gli sposi pregare insieme:

“E nel loro Matrimonio pregano insieme e con la comunità. Perché? Perché si usa fare così? No! Lo fanno perché ne hanno bisogno, per il lungo viaggio che devono fare insieme: un lungo viaggio che non è a pezzi, dura tutta la vita! E hanno bisogno dell’aiuto di Gesù, per camminare insieme con fiducia, per accogliersi l’un l’altro ogni giorno, e perdonarsi ogni giorno! E questo è importante, eh! Nelle famiglie saper perdonarsi”.

Poi ripete le tre parole-chiave che servono per portare avanti una famiglia: permesso, grazie e scusa:

“Ma sentite questo consiglio: non finire la giornata senza fare la pace. La pace si rifà ogni giorno in famiglia! Senza chiedersi scusa: 'scusatemi' ecco e si rincomincia di nuovo. Permesso, grazie, scusa! Lo diciamo insieme? Permesso, grazie e scusa! Facciamo queste tre parole in famiglia! Perdonarsi ogni giorno!”.

Sono tanti i momenti belli in famiglia: il pranzo insieme, l’uscita nel parco o in campagna, la visita ai nonni “ma – sottolinea il Papa – se manca l’amore manca la gioia, manca la festa, e l’amore ce lo dona sempre Gesù: Lui è la fonte inesauribile, e si dona a noi nell’Eucaristia”. E lì Lui “ci dà la sua Parola e il Pane della vita, perché la nostra gioia sia piena”. Quindi il Papa si sofferma sull’icona presente, che raffigura la Presentazione di Gesù al Tempio, dove si intrecciano tre generazioni: Simeone e Anna, i due anziani, rappresentano “la fede come memoria” e il Papa invita ad ascoltare i nonni che sono la saggezza di un popolo; Maria e Giuseppe sono la famiglia santificata dalla presenza di Gesù. “Rimanete sempre unite a Gesù – conclude - e portatelo a tutti con la vostra testimonianza”. E dopo la Professione di Fede, Papa Francesco saluta le famiglie durante il giro con la jeep scoperta in piazza San Pietro.

Ad intervenire durante l’incontro anche mons. Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, che ricorda come nella piazza si senta davvero la gioia della fede. “E’ il miracolo della fede che sposta le montagne di egoismo e di solitudine – dice – e ci rende costruttori di famiglie e figli di quella grande famiglia che è la Chiesa”. Mons. Paglia sottolinea anche l’importanza che le famiglie non siano sole ma si leghino fra loro in una rete di solidarietà e in particolare si rivolge alle famiglie siriane: “vi siamo vicini – afferma – vi abbracciamo forte come questa piazza abbraccia noi!”.

Prima, fin dal primo pomeriggio, alcune testimonianze su come la fede aiuti a superare le crisi e ad aprirsi all’accoglienza si sono alternate a momenti di musica. Tra queste una famiglia di Lampedusa che ha aiutato e accolto gli immigrati sbarcati sull’isola e una famiglia fuggita dalla Siria. E ancora testimonianze di famiglie in missione. Toccante anche l’esperienza della famiglia Pandolfi con 4 figli. Negli anni hanno anche accolto numerosi minori in difficoltà come la piccola Chiara che ora ha nove anni e non può vedere, sentire, parlare, muovere gli arti e oggi è in affidamento. L’abbiamo subito amata, dice Delfina:

“E’ vero che dipende in tutto e per tutto da noi, ma è diventata il motore di tutta la famiglia, perché è lei che dà a noi la forza per impegnarci a donare la nostra vita agli altri. Gaetano ed io amiamo Chiara come ciascuno dei nostri figli biologici che, in certo senso, sono anch’essi in affido perché ci sono stati affidati da Dio. Ognuno di loro ha un posto privilegiato nel nostro cuore e insieme a loro ci sentiamo figli dell’unico Padre, che è Dio”.

Durante l’incontro si sono poi potute aiutare proprio le famiglie della Siria con un sms solidale al numero 45594, grazie ad un progetto promosso dalla Caritas e dal Pontificio Consiglio per la Famiglia. Ad accompagnare l’evento, diversi gruppi musicali come il gruppo Gospel degli Hope Singer e il Piccolo Coro Antoniano. Insomma, una grande momento di festa e preghiera dove si è testimoniato che il Signore aiuta a superare le difficoltà, dà gioia e trasforma anche la sofferenza in amore.

Ultimo aggiornamento: 28 ottobre







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