Il Papa alle famiglie: rimanete unite a Gesù, perché se non c'è l'amore non c'è la
gioia
Gli sposi “pregano insieme e con la comunità” perché “hanno bisogno dell’aiuto di
Gesù” “per accogliersi l’un l’altro ogni giorno, e perdonarsi ogni giorno”. Lo ha
ricordato Papa Francesco nel discorso alle migliaia di famiglie provenienti da oltre
70 paesi del mondo, che hanno affollato Piazza San Pietro sabato pomeriggio per il
Pellegrinaggio alla tomba di San Pietro nell’Anno della fede. In tutto circa 100mila
i presenti fra genitori, bambini e nonni. Il servizio di Debora Donnini:
Questa piazza
“vi abbraccia: siamo un solo popolo, con un’anima sola, convocati dal Signore che
ci ama e ci sostiene”. Papa Francesco rivolge le sue parole piene di calore ad una
Piazza San Pietro colorata da una distesa di palloncini, festante, gremita da migliaia
di famiglie: neonati in carrozzina, bambini di ogni età, genitori, nonni, ci sono
anche bisnonni, riuniti per ascoltare le parole del Papa e per la Professione di Fede.
Papa Francesco arriva sul Sagrato mano nella mano con dieci bambini e subito scherza
con loro affettuosamente, chiedendogli se sanno farsi il segno della Croce. “Famiglia,
vivi la gioia della fede” è il tema del Pellegrinaggio e il Papa si sofferma proprio
sul modo in cui sperimentare questa gioia nella famiglia, oggi. Papa Francesco conosce
le difficoltà che le famiglie vivono. “La vita spesso è faticosa”, “lavorare è fatica”,
“ma – ricorda il Papa – quello che pesa di più nella vita è la mancanza di amore”;
“pesano certi silenzi, a volte anche in famiglia, fra marito e moglie, fra genitori
e figli”. Il Papa pensa anche agli anziani soli e alle famiglie che non sono aiutate
a sostenere chi in casa ha bisogno di cure speciali. A tutte le famiglie Papa Francesco
ricorda le parole di Gesù: “Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi”.
“Il Signore conosce le nostre fatiche" e i pesi della nostra vita, dice, ma anche
il nostro profondo desiderio di trovare la gioia del ristoro:
“Gesù ha
detto: 'La vostra gioia sia piena'. Gesù vuole che la nostra gioia sia piena! Lo ha
detto agli apostoli e lo ripete oggi a noi. Allora questa è la prima cosa che stasera
voglio condividere con voi, ed è una parola di Gesù: Venite a me, famiglie di tutto
il mondo - dice Gesù - e io vi darò ristoro, affinché la vostra gioia sia piena.
E questa Parola di Gesù portatela a casa, portatela nel cuore, condividetela in famiglia.
Ci invita ad andare da Lui per darci, per darvi e per darci a tutti la gioia”.
Papa
Francesco si rifà poi al Rito del Matrimonio dove ci si promette di essere fedeli
sempre “nella gioia e nel dolore”. “Come Abramo” gli sposi si mettono in cammino insieme
e il Papa ricorda che proprio questo è il matrimonio: “partire e camminare insieme,
mano nella mano, affidandosi alla grande mano del Signore”:
“Mano nella
mano, sempre e per tutta la vita! E non fare caso a questa cultura del provvisorio,
che ci taglia la vita a pezzi! Con questa fiducia nella fedeltà di Dio si affronta
tutto, senza paura, con responsabilità”.
Il Papa ricorda quindi che gli
sposi cristiani non sono ingenui, conoscono i problemi e i pericoli della vita. Ma
non hanno paura di assumersi la loro responsabilità, davanti a Dio e alla società.
Senza scappare, senza isolarsi, senza rinunciare alla missione di formare una famiglia
e di mettere al mondo dei figli e “i cristiani - sottolinea - si sposano nel Sacramento
perché sono consapevoli di averne bisogno!”. Papa Francesco ribadisce, quindi, quanto
sia importante per gli sposi pregare insieme:
“E nel loro Matrimonio pregano
insieme e con la comunità. Perché? Perché si usa fare così? No! Lo fanno perché ne
hanno bisogno, per il lungo viaggio che devono fare insieme: un lungo viaggio che
non è a pezzi, dura tutta la vita! E hanno bisogno dell’aiuto di Gesù, per camminare
insieme con fiducia, per accogliersi l’un l’altro ogni giorno, e perdonarsi ogni giorno!
E questo è importante, eh! Nelle famiglie saper perdonarsi”.
Poi ripete
le tre parole-chiave che servono per portare avanti una famiglia: permesso, grazie
e scusa:
“Ma sentite questo consiglio: non finire la giornata senza fare
la pace. La pace si rifà ogni giorno in famiglia! Senza chiedersi scusa: 'scusatemi'
ecco e si rincomincia di nuovo. Permesso, grazie, scusa! Lo diciamo insieme? Permesso,
grazie e scusa! Facciamo queste tre parole in famiglia! Perdonarsi ogni giorno!”.
Sono
tanti i momenti belli in famiglia: il pranzo insieme, l’uscita nel parco o in campagna,
la visita ai nonni “ma – sottolinea il Papa – se manca l’amore manca la gioia, manca
la festa, e l’amore ce lo dona sempre Gesù: Lui è la fonte inesauribile, e si dona
a noi nell’Eucaristia”. E lì Lui “ci dà la sua Parola e il Pane della vita, perché
la nostra gioia sia piena”. Quindi il Papa si sofferma sull’icona presente, che raffigura
la Presentazione di Gesù al Tempio, dove si intrecciano tre generazioni: Simeone e
Anna, i due anziani, rappresentano “la fede come memoria” e il Papa invita ad ascoltare
i nonni che sono la saggezza di un popolo; Maria e Giuseppe sono la famiglia santificata
dalla presenza di Gesù. “Rimanete sempre unite a Gesù – conclude - e portatelo a tutti
con la vostra testimonianza”. E dopo la Professione di Fede, Papa Francesco saluta
le famiglie durante il giro con la jeep scoperta in piazza San Pietro.
Ad
intervenire durante l’incontro anche mons. Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio
Consiglio per la Famiglia, che ricorda come nella piazza si senta davvero la gioia
della fede. “E’ il miracolo della fede che sposta le montagne di egoismo e di solitudine
– dice – e ci rende costruttori di famiglie e figli di quella grande famiglia che
è la Chiesa”. Mons. Paglia sottolinea anche l’importanza che le famiglie non siano
sole ma si leghino fra loro in una rete di solidarietà e in particolare si rivolge
alle famiglie siriane: “vi siamo vicini – afferma – vi abbracciamo forte come questa
piazza abbraccia noi!”.
Prima, fin dal primo pomeriggio, alcune testimonianze
su come la fede aiuti a superare le crisi e ad aprirsi all’accoglienza si sono alternate
a momenti di musica. Tra queste una famiglia di Lampedusa che ha aiutato e accolto
gli immigrati sbarcati sull’isola e una famiglia fuggita dalla Siria. E ancora testimonianze
di famiglie in missione. Toccante anche l’esperienza della famiglia Pandolfi con 4
figli. Negli anni hanno anche accolto numerosi minori in difficoltà come la piccola
Chiara che ora ha nove anni e non può vedere, sentire, parlare, muovere gli arti e
oggi è in affidamento. L’abbiamo subito amata, dice Delfina:
“E’ vero che
dipende in tutto e per tutto da noi, ma è diventata il motore di tutta la famiglia,
perché è lei che dà a noi la forza per impegnarci a donare la nostra vita agli altri.
Gaetano ed io amiamo Chiara come ciascuno dei nostri figli biologici che, in certo
senso, sono anch’essi in affido perché ci sono stati affidati da Dio. Ognuno di loro
ha un posto privilegiato nel nostro cuore e insieme a loro ci sentiamo figli dell’unico
Padre, che è Dio”.
Durante l’incontro si sono poi potute aiutare proprio
le famiglie della Siria con un sms solidale al numero 45594, grazie ad un progetto
promosso dalla Caritas e dal Pontificio Consiglio per la Famiglia. Ad accompagnare
l’evento, diversi gruppi musicali come il gruppo Gospel degli Hope Singer e il Piccolo
Coro Antoniano. Insomma, una grande momento di festa e preghiera dove si è testimoniato
che il Signore aiuta a superare le difficoltà, dà gioia e trasforma anche la sofferenza
in amore.