Brasile: la Chiesa si interroga sulle nuove sfide sociali legate alla Coppa del Mondo
2014
Mentre il Brasile si prepara a ospitare la Coppa del Mondo di calcio 2014, i rappresentanti
delle città brasiliane che ospiteranno le partite del campionato si sono riuniti,
lo scorso 16 e 17 ottobre, nella sede delle Pontificie Opere Missionarie (Pom) a Brasilia,
per riflettere sulla presenza della Chiesa in questo evento internazionale. Secondo
la nota inviata all’agenzia Fides dalla Conferenza episcopale brasiliana, durante
la riunione - presieduta dall'arcivescovo di Maringá e presidente della Pastorale
per il Turismo, mons. Anuar Battisti - sono state prese in considerazione le sfide
sociali legate ai Mondiali 2014, come gli sfratti, lo sfruttamento sessuale, le pulizie
delle città e gli aspetti religiosi. Si è quindi creato un gruppo di lavoro nazionale
per coordinare i comitati diocesani, che ha deciso di stilare un calendario comune
di attività, redigere un testo sulle sfide e le prospettive che coinvolgono la Chiesa
per questo evento e preparare gli operatori pastorali per accogliere i turisti. “Un
evento di tale ampiezza influenza la vita dei Paesi che lo ospitano - ha commentato
proprio in questi giorni, da Brasilia, mons. Battisti - la Chiesa non può tacere di
fronte agli sgomberi, dobbiamo essere vicini agli sfrattati”, ha detto ricordando
i fenomeni indotti dell’evento, che non possono non interrogare la Chiesa: “Aumenta
il rischio della prostituzione, che interessa giovani ma anche bambini e bambine adolescenti,
cosa peraltro che è già una realtà nel nostro Paese”. Secondo i dati divulgati da
Amnesty International, sono 19.200 le famiglie sfrattate con la forza a Rio de Janeiro
dal 2009, quando il governo iniziò ad aprire i cantieri per infrastrutture, strade,
parcheggi e altre opere considerate necessarie per la Coppa del Mondo e le prossime
Olimpiadi.(C.S.)