2013-10-25 07:48:18

Si allarga lo scandalo "datagate": 35 i leader mondiali spiati dall'intelligence Usa. Protesta Ue


Sta diventando un vero e proprio scontro tra Europa e Stati Uniti la vicenda delle intercettazioni telefoniche dell’intelligence americana. Secondo il quotidiano The Guardian, la National Security Agency avrebbe spiato le conversazioni di 35 leader mondiali, E ieri al Consiglio Europeo di Bruxelles si è levata alta la protesta, guidata da Francia e Germania, nei confronti di Washington. Da Bruxelles, Laura Serassio:RealAudioMP3

Dopo le rivelazioni degli ultimi giorni riguardanti Francia e Germania, sono proprio il Presidente François Hollande e la Cancelliera Angela Merkel a prendere l’iniziativa. In una bilaterale a margine del Vertice concordano di dare il via a un gruppo di lavoro comune per arrivare, entro fine anno, a un codice di buona condotta nell’attività di spionaggio. La cooperazione comprenderà ovviamente gli americani ed è aperta agli altri Stati membri che volessero partecipare. Scartata invece l’idea ben più drastica proposta dal Presidente dell’Europarlamento, Martin Schulz, di interrompere i negoziati commerciali in corso con Washington per un’area di libero scambio. Il messaggio sulla questione Datagate, comunque, sarà incluso nelle conclusioni del Vertice, nonostante l’opposizione della Gran Bretagna. Niente progressi, invece, proprio per i freni di Londra, sul regolamento per rafforzare la protezione dei dati personali. Le discussioni riprendono, questa mattina, sull’altro grande tema del Summit, l’immigrazione.

Dunque, lo scandalo “datagate” sta rischiando di raffreddare i rapporti tra Europa e Stati Uniti, proprio in un momento delicato della politica internazionale con varie crisi da risolvere, come quelle siriana, israelo-palestinese e dell’immigrazione dal nord Africa. Giancarlo la Vella ne ha parlato con Luciano Bozzo, docente di Studi Strategici e Relazioni Internazionali all’Università di Firenze:RealAudioMP3

R. – Stiamo parlando di cose che sono ben note da anni, cioè lo spionaggio effettuato dagli Stati Uniti ma più in particolare dai Paesi di cultura anglosassone nei confronti non soltanto dei propri avversari, ma anche dei propri alleati e non solo per ragioni di sicurezza, ma anche per ragioni industriali, economiche, commerciali. Evidentemente, questa è una violazione della privacy ed è chiaro quindi che un sistema di questo genere colpisce tanto il pubblico quanto il privato, perché il privato oggi non è meno interessante del pubblico, e perché la stessa distinzione tra pubblico e privato ormai è quasi priva di ogni significato. Indubbiamente, la situazione è estremamente imbarazzante; che questo poi degeneri portando ad una frattura maggiore, mi pare in questo momento poco probabile, perché ci sono in gioco interessi maggiori. Certo è che se continuassero a venire fuori storie come quelle di cui si è letto in questi ultimi giorni, la crisi non sarebbe facilmente controllabile. E c’è di fondo un dato, che è innegabile: dopo la fine della Guerra fredda, l’Oceano atlantico si è “allargato”; gli interessi di chi sta oltreoceano sono oggi diversi rispetto che in passato, rispetto agli interessi nazionali e anche europei di noi che stiamo su quest’altra sponda dell’Oceano Atlantico.







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