Per il Papa, vicini i 10 milioni di follower su Twitter. Mons. Celli: pillole di speranza
nel cammino della vita
Papa Francesco, col suo account Twitter "@Pontifex", si appresta presumibilmente questo
fine settimana a tagliare il traguardo dei 10 milioni di follower, anche grazie al
grande raduno delle famiglie che si recano in pellegrinaggio alla Tomba di San Pietro,
con due giorni di incontri col Santo Padre. Al momento, i 9 account linguistici di
"@Pontifex" - spagnolo, inglese, italiano, portoghese, francese, latino, tedesco,
polacco, arabo - totalizzano oltre 9 milioni e 980 mila seguaci, con quello spagnolo
che fa registrare più di 4 milioni di follower. Ce ne parla l’arcivescovo Claudio
Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali,
intervistato da Giada Aquilino:
R. - Per noi
la cosa importante è questa: è il Papa che vuole parlare con gli uomini e le donne
di oggi con un linguaggio che è comprensibile e che è molto usato. Utilizza il linguaggio
del tweet, quindi 140 caratteri solamente, per far pervenire un suo pensiero, la sua
parola, per essere accanto agli uomini e alle donne di oggi. Un tweet del Papa viene
“re-tweettato” dai suoi amici e - secondo un calcolo, certamente per difetto - più
di 60 milioni di persone ricevono il tweet del Papa. Questo significa che nel cammino
della vita, con le difficoltà, i momenti non facili, ciascuno di questi amici riceve
sul proprio telefonino il tweet del Papa che possiamo definire “una pillola”, “una
doccia di spiritualità, di speranza”.
D. - Che linguaggio è quello usato dal
Papa in questi 140 caratteri?
R. - È un linguaggio che sa di immediatezza.
Certo, i 140 caratteri pongono dei limiti, però abbiamo sempre ripetuto in maniera
molto semplice che anche Gesù, nel suo parlare, usava - per capirci - un “mini-tweet”;
pensiamo solamente alla formulazione delle beatitudini evangeliche: “Beati i poveri
di spirito”; c’è tutto il Vangelo e, nello stesso tempo, ci sono meno di 140 caratteri.
Qui, ancora una volta, secondo me - e Benedetto XVI lo ha sottolineato in uno dei
suoi ultimi messaggi per la Giornata delle Comunicazioni - è proprio nel silenzio
che si può acquistare la capacità di trasmettere concetti e valori che sono fondamentali
per la vita dell’uomo contemporaneo con semplicità, con immediatezza, con solo con
140 caratteri.
D. - Un utilizzo molto importante è stato quello per la mobilitazione
per la pace in Siria, lo scorso 7 settembre…
R. - Certamente. I tweet del Papa
in quel momento hanno svolto un ruolo eccezionale. Hanno aiutato a riflettere, a pregare,
a capire ciò che stava avvenendo e a prendere una posizione.
D. - C’è stata
la Giornata di preghiera e di digiuno per la Siria, in questi giorni c’è l’incontro
delle famiglie, con il pellegrinaggio alla Tomba di San Pietro, gli incontri con il
Papa: quale messaggio si trasmette?
R. - Un messaggio di riscoperta di ciò
che è Gesù Cristo nella nostra vita. E' lui che dà un senso al nostro cammino, è lui
che ci è accanto e condivide il nostro camminare. E, alle volte, è lo stesso tweet
- che possiamo leggere sul nostro cellulare - che ci aiuta a capire che c’è una vicinanza,
che non siamo soli.
D. - Attraverso Twitter e tutti i social media questo Pontificato
dove va? Sono previste iniziative nuove, particolari?
R. - Stiamo notando che,
ad esempio, la presenza del Papa su News.va o su Facebook ha una sua risonanza che
sta aumentando sempre di più. Quindi direi che oggi stiamo osservando ciò che sta
avvenendo, con attenzione, e guardiamo avanti.