Il contributo dei papiri nella ricerca sui Vangeli al Simposio sulla ricerca di Joseph
Ratzinger
Secondo giorno di lavori al simposio internazionale “I Vangeli: storia e cristologia.
La ricerca di Joseph Ratzinger” in corso presso la Pontificia Università Lateranense.
La ricerca sul Gesù dei Vangeli e la proposta di Benedetto XVI tra i temi, ma anche
il contributo della papirologia nella ricerca sui Vangeli. Ad affrontare questo aspetto
è stato padre Juan Chapa, professore all’università di Navarra in Spagna. Sentiamolo
al microfono di Debora Donnini:
R. – Hemos ido
encontrando en los ultimos... Negli ultimi anni abbiamo trovato nuovi frammenti
dei Vangeli in papiro e tutti sono in formato di codice, una novità rispetto al libro
corrente, abituale nell’Antichità. Nel mondo greco-romano il libro aveva il formato
di rotolo e anche le Scritture di Israele erano in quel formato. I frammenti cristiani
invece appartengono a codici, il formato del libro di oggi. Quello che in qualche
modo voglio dire è che questi codici venivano utilizzati nel mondo greco-romano anche
per un uso quotidiano, per esempio per libri di ricette mediche o per la consultazione
di libri astronomici, e che questo formato viene utilizzato anche per i Vangeli e
per i libri del Nuovo Testamento. Questo perché si tratta di qualcosa che è facile
da consultare, facile da leggere. Si utilizzavano, dunque, durante le celebrazioni
liturgiche e, infatti, i segni che riportano indicano che si usavano soprattutto per
essere letti ad alta voce. Questo mi sembra sia un fattore importante, perché non
si possono separare i testi dalla comunità che legge questi testi.