Il cardinale Pell: in Australia nuove sfide legate alle erosioni della libertà religiosa
“La Chiesa cattolica nel mondo anglofono a cinquant’anni dal concilio Vaticano II”.
Questo il titolo della prolusione del cardinale George Pell, arcivescovo di Sydney,
in occasione del “Dies Academicus dello Studium Generale Marcianum”. La cerimonia
si è tenuta nella Basilica di San Marco a Venezia. In Australia – ha osservato il
porporato – le sfide che dobbiamo affrontare derivano “dalla determinazione delle
autorità governative, delle corti e dei tribunali di promuovere una particolare visione
del mondo, specialmente in due ambiti strettamente interconnessi: l’ambito relazionale,
la famiglia e la sessualità, da un lato; l’aborto e la tecnologia riproduttiva dall’altro”.
Nello Stato di Vittoria, l’atto di riforma della legge sull’aborto (2008) impone ai
medici obiettori di coscienza rispetto all’aborto di inviare i pazienti a colleghi
che possano mettere in atto la procedura. “All’inizio di quest’anno, il Governo federale
– ha ricordato il cardinale Pell il cui intervento è stato ripreso dall’osservatore
Romano – ha cambiato la legge per rimuovere le garanzie che assicurano agli enti sanitari
religiosi finanziati dal Governo di operare nei vari servizi secondo le proprie convinzioni”.
Un legislatore del parlamento del Nuovo Galles meridionale si è ispirato allo stesso
principio per proporre di eliminare nelle leggi di quello Stato “le protezioni alla
libertà religiosa che consentono alle scuole confessionali di accertarsi che il loro
personale condivida l’etica e la testimonianza di queste scuole”. Recentemente, all’Università
di Sidney un gruppo pro-life ha creato "Life Choice", un’Associazione che promuove
il dibattito sull’aborto e sull’eutanasia. “La loro prima domanda di finanziamento
all’Unione studentesca – ha sottolineato il porporato – è stata respinta perché, è
stato detto, questo gruppo non avrebbe promosso la vita studentesca”. È stato poi
presentato ricorso al direttivo plenario dell’Unione studentesca e “il gruppo Life
Choice ha ottenuto il riconoscimento per un voto”. Alcune persone “vorrebbero che
le voci e le testimonianze religiose fossero escluse dallo spazio pubblico”: il sospetto
– ha concluso l’arcivescovo di Sydney – è che “questo obiettivo verrà perseguito attraverso
piccole modifiche progressive a leggi e regolamenti piuttosto che con un assalto frontale”.
“Se coloro che in Australia puntano a questo obiettivo pensano che i parroci, le scuole
e le istituzioni cattoliche si adegueranno a queste richieste, stanno facendo un grosso
errore di calcolo”. (A.L.)