Il Papa: i cristiani prendano sul serio la propria fede, non vivano "all’acqua
di rosa"
Tutti i battezzati sono chiamati a camminare sulla strada della santificazione, non
si può essere “cristiani a metà cammino”. E’ quanto affermato da Papa Francesco nella
Messa a Santa Marta. Il Pontefice ha affermato che sempre nella nostra vita c’è un
prima e un dopo Gesù, sottolineando che Cristo ha operato in noi “una seconda creazione”
che noi dobbiamo portare avanti con il nostro modo di vivere. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
Prima e dopo
Gesù. Papa Francesco ha svolto la sua omelia, prendendo spunto dal passaggio della
Lettera ai Romani incentrato sul mistero della nostra redenzione. L’Apostolo Paolo,
ha osservato il Papa, “cerca di spiegarci questo con la logica del prima e dopo: prima
di Gesù e dopo di Gesù”. San Paolo considera il prima “spazzatura”, mentre il dopo
è come una nuova creazione. E ci indica “una strada per vivere secondo questa logica
del prima e dopo”:
“Siamo stati ri-fatti in Cristo! Quello che ha fatto
Cristo in noi è una ri-creazione: il sangue di Cristo ci ha ri-creato. E’ una seconda
creazione! Se prima tutta la nostra vita, il nostro corpo, la nostra anima, le nostre
abitudini erano sulla strada del peccato, dell’iniquità, dopo questa ri-creazione
dobbiamo fare lo sforzo di camminare sulla strada della giustizia, della santificazione.
Utilizzate questa parola: la santità. Tutti noi siamo stati battezzati: in quel momento,
i nostri genitori - noi eravamo bambini - a nome nostro, hanno fatto l’Atto di fede:
‘Credo in Gesù Cristo”, che ci ha perdonato i peccati’. Credo in Gesù Cristo!”.
Questa
fede in Gesù Cristo, ha proseguito, “dobbiamo riassumerla” e “portarla avanti col
nostro modo di vivere”. E ha aggiunto: “vivere da cristiano è portare avanti questa
fede in Cristo, questa ri-creazione”. E con la fede, ha detto, portare avanti le opere
che nascono da questa fede, “opere per la santificazione”. Dobbiamo portare avanti,
ha ribadito, “la prima santificazione che tutti noi abbiamo ricevuto nel Battesimo”:
“Davvero
noi siamo deboli e tante volte, tante volte, facciamo peccati, imperfezioni… E questo
è sulla strada della santificazione? Sì e no! Se tu ti abitui: ‘Ho una vita un po’
così, ma io credo in Gesù Cristo, ma vivo come voglio’… Eh, no, quello non ti santifica;
quello non va! E’ un controsenso! Ma se tu dici: ‘Io, sì, sono peccatore; io sono
debole’ e vai sempre dal Signore e gli dici: ‘Ma, Signore, tu hai la forza, dammi
la fede! Tu puoi guarirmi!’. E nel Sacramento della riconciliazione ti fai guarire,
sì anche le nostre imperfezioni servono a questa strada di santificazione. Ma sempre
questo è: prima e dopo”.
“Prima dell’Atto di Fede, prima dell’accettazione
di Gesù Cristo che ci ha ri-creati col suo sangue – ha ripreso il Papa – eravamo sulla
strada dell’ingiustizia”. Dopo, invece, “siamo sulla strada della santificazione,
ma dobbiamo prenderla sul serio!” E, ha soggiunto, per prenderla sul serio, bisogna
fare le opere di giustizia, opere “semplici”: “adorare Dio: Dio è il primo sempre!
E poi fare ciò che Gesù ci consiglia: aiutare gli altri”. Queste opere, ha rammentato,
“sono le opere che Gesù ha fatto nella sua vita: opere di giustizia, opere di ri-creazione”.
“Quando noi diamo da mangiare a un affamato”, ha detto, “ri-creiamo in lui la speranza.
E così con gli altri”. Se invece “accettiamo la fede e poi non la viviamo – ha avvertito
- siamo cristiani soltanto a memoria”:
“Senza questa coscienza del prima
e del dopo della quale ci parla Paolo, il nostro cristianesimo non serve a nessuno!
E più: va sulla strada dell’ipocrisia. ‘Mi dico cristiano, ma vivo come pagano!’.
Alcune volte diciamo ‘cristiani a metà cammino’, che non prendono sul serio questo.
Siamo santi, giustificati, santificati per il sangue di Cristo: prendere questa santificazione
e portarla avanti! E non si prende sul serio! Cristiani tiepidi: ‘Ma, sì, sì; ma,
no, no’. Un po’ come dicevano le nostre mamme: ‘cristiano all’acqua di rosa, no!’.
Un po’ così… Un po’ di vernice di cristiano, un po’ di vernice di catechesi… Ma dentro
non c’è una vera conversione, non c’è questa convinzione di Paolo: ‘Tutto ho lasciato
perdere e considero spazzatura, per guadagnare Cristo e essere trovato in Lui’”.
Questa, ha detto, “era la passione di Paolo e questa è la passione di un cristiano!”
Bisogna, ha proseguito, “lasciare perdere tutto quello che ci allontana da Gesù Cristo”
e “fare tutto nuovo: tutto è novità in Cristo!”. E questo, è stato l’incoraggiamento
del Papa, “si può fare”. Lo ha fatto San Paolo, ma anche tanti cristiani: “non solo
i santi, quelli che conosciamo; anche i santi anonimi, quelli che vivono il cristianesimo
sul serio”. La domanda che, dunque, oggi possiamo farci, ha detto, è proprio se vogliamo
vivere il cristianesimo sul serio, se vogliamo portare avanti questa ri-creazione.
“Chiediamo a San Paolo – ha concluso Papa Francesco – che ci dia la grazia di vivere
come cristiani sul serio, di credere davvero che siamo stati santificati per il sangue
di Gesù Cristo”.