2013-10-23 13:54:05

Pace in Medio Oriente: a Roma Kerry incontra Netanyahu e Letta


Roma al centro oggi di importanti incontri bilaterali. Il segretario di Stato americano, John Kerry, si trova nella capitale italiana, dove sta avendo un colloquio, che, si presume, dovrebbe durare diverse ore, con il premier israeliano, Benyamin Netanyahu. Al centro dell’incontro l’andamento dei negoziati israelo-palestinesi, ma anche l’intera situazione mediorientale. E Kerry stamani ha parlato anche con il premier italiano, Enrico Letta. Ci riferisce Giancarlo La Vella:RealAudioMP3

“Roma città della pace”, ideale rampa di lancio per il processo di pace israelo-palestinese, che ha ripreso timidamente il suo corso. La soddisfazione espressa dal premier Letta per la scelta della sede italiana per colloqui così decisivi ha fatto da corollario al lungo e cordiale incontro che il presidente del Consiglio ha avuto stamani con Kerry, alla presenza del ministro degli Esteri, Emma Bonino. Diversi i dossier sul tavolo: dalla Libia, per la quale è stato confermato l'impegno ad avviare la formazione delle forze di sicurezza di Tripoli, all'Iran e all'Afghanistan. Particolare attenzione è stata rivolta alla pace in Medio Oriente e alla crisi siriana, in vista della conferenza internazionale Ginevra 2. Commenti anche sull’Egitto e sul processo di transizione che si sta compiendo nel Paese non senza difficoltà e tensioni. Ma inutile dire che le attese maggiori sono rivolte agli esiti del colloquio, che si preannuncia denso di argomenti, che Kerry sta avendo con il premier israeliano, Netanyahu; un incontro che rivela come gli Stati Uniti vogliano tornare ad essere nello scacchiere internazionale il maggior promotore della pace in Medio Oriente, soprattutto nel momento che stiamo vivendo, nel quale alla annosa questione israelo-palestinese si sono aggiunte quella siriana e quella dei difficili rapporti tra Stato ebraico e Iran, nonostante il nuovo corso, ispirato più al dialogo che allo scontro, avviato dal neo presidente di Teheran, Rohani.

Ma come stanno vivendo i cristiani di Terra Santa lo sblocco della situazione mediorientale, dopo che le trattative tra israeliani e palestinesi, interrotte nel settembre 2010, sono riprese? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a padre Pierbattista Pizzaballa, della Custodia francescana di Terra Santa:RealAudioMP3

R. - Una speranza deve essere sempre presente nell’animo di un cristiano, anche se le perplessità e le paure sono tante: perché è vero che la Comunità internazionale è molto positiva su questa ripresa dei colloqui, ma chi conosce il territorio sa molto bene che le persone coinvolte, certi gruppi e movimenti coinvolti sono molto radicali e poco inclini ad ogni forma di compromesso e di dialogo. Ma speriamo che riescano a sbloccare questa situazione, che pare comunque molto intricata.

D. - A fronte del dialogo che sta proseguendo, ci sono comunque - sia da parte israeliana sia palestinese – settori contrari al negoziato: c’è il rischio che possano far naufragare un’eventuale intesa?

R. - Chi è contrario c’è sempre, ma noi speriamo che la moderazione prevalga. Dopo tanti tentativi falliti, credo che sia normale un po’ di scetticismo. Tuttavia è importante che questi colloqui vadano avanti, proseguano con determinazione e portino a dei risultati concreti.

D. - Discutere e negoziare per la pace vuol dire anche speranza di stabilità. Come i cristiani guardano a questa stabilità, che manca ormai da un po’ di tempo, anche nella vita di tutti i giorni?

R. - I cristiani - come tutti - guardano con attesa, con sano realismo, però anche con il desiderio di vedere qualcosa di nuovo finalmente. I pellegrinaggi sono in leggera ripresa, ma è auspicabile che siano sempre più numerosi, perché il pellegrinaggio porta molto benessere e anche molta moderazione alle famiglie che vivono qui. Quindi speriamo che ci siano dei cambiamenti positivi.







All the contents on this site are copyrighted ©.