2013-10-23 12:28:05

Mons. Chullikatt: pieno sostegno a negoziato israelo-palestinese e “Ginevra 2” sulla Siria


La Santa Sede guarda con speranza alla ripresa dei negoziati tra israeliani e palestinesi. E’ quanto sottolineato, martedì, dall’arcivescovo Francis Chullikatt al dibattito del Consiglio di Sicurezza dell’Onu sul Medio Oriente. L’osservatore permanente della Santa Sede al Palazzo di Vetro ha inoltre espresso l’auspicio che la Conferenza “Ginevra 2” aiuti a portare la pace in Siria. Dal presule anche un forte appello a liberare il mondo dagli armamenti nucleari. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

E’ un momento cruciale per i popoli del Medio Oriente. E’ quanto affermato da mons. Chullikatt che, parlando al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, ha espresso la soddisfazione della Santa Sede per il rinnovato impegno di israeliani e palestinesi in negoziati “diretti, seri e concreti”. La nostra speranza, ha detto, è che si possa assistere a un “nuovo rinvigorito processo di pace”. L’osservatore vaticano ha rammentato che è sempre la popolazione civile a pagare il prezzo più alto di una guerra. Ed ha ribadito che “una soluzione politica” è anche la “soluzione migliore” per risolvere le crisi umanitarie del Medio Oriente, dal sostegno ai rifugiati allo sviluppo economico. Mons. Chullikatt non ha poi mancato di riferirsi alla grave situazione in Siria, riecheggiando l’accorato appello di Papa Francesco per la pace. Come “primo passo urgente – ha detto il presule – la Santa Sede chiede alle parti in conflitto di mettere immediatamente fine alla violenza e di iniziare un autentico processo di pace con la Conferenza Ginevra 2, programmata per il mese prossimo”.

Mons. Chullikatt ha dunque messo l’accento sulla terribile condizione in cui vivono oltre 4 milioni di sfollati all’interno dei confini siriani e più di due milioni di rifugiati negli Stati confinanti. La sfide che devono affrontare questi Paesi nell’assistenza dei rifugiati, ha avvertito, può avere “un impatto destabilizzante per l’intera regione”. La Chiesa cattolica, ha assicurato mons. Chullikatt, rimane impegnata in prima linea nel fornire assistenza umanitaria alla popolazione, senza distinzione di appartenenza etnica o religiosa. D’altro canto, il presule ha ricordato “l’esodo preoccupante” dei cristiani dalle loro terre d’origine a causa di forze estremiste che attaccano le comunità cristiane con “cieca violenza”. I cristiani stessi, ha detto, sono “costretti a fuggire” lasciandosi alle spalle duemila anni di storia inseparabile dalla cultura della regione. E’ “inaccettabile”, ha avvertito, che si ripeta quanto successo in Iraq, dove “la violenza settaria ha ridotto del 70 per cento la popolazione cristiana”.

Oltre che al Consiglio di Sicurezza, mons. Chullikatt è intervenuto anche all’Assemblea generale sul tema del disarmo. Il presule ha definito di “importanza storica” la risoluzione sullo smantellamento delle armi chimiche in Siria, ma ha lamentato le resistenze di alcuni grandi Paesi a trovare una strada per mettere al bando le armi nucleari. “E amaramente ironico – ha commentato l’osservatore vaticano – che alcuni Stati alzino la voce nel condannare le armi chimiche e poi siano silenti sul loro possesso di armi nucleari”. La comunità internazionale, ha ribadito, deve “parlare e agire ad una sola voce per mettere al bando tutte le armi di distruzione di massa”. In un mondo così interconnesso, ha proseguito, non possiamo “rischiare di cadere nella globalizzazione dell’indifferenza”. “Dobbiamo mettere fine al militarismo miope – ha concluso – e iniziare a concentrarci sui veri bisogni della famiglia umana”.

Ultimo aggiornamento: 24 ottobre







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