Mons. Chullikatt: pieno sostegno a negoziato israelo-palestinese e “Ginevra 2”
sulla Siria
La Santa Sede guarda con speranza alla ripresa dei negoziati tra israeliani e palestinesi.
E’ quanto sottolineato, martedì, dall’arcivescovo Francis Chullikatt al dibattito
del Consiglio di Sicurezza dell’Onu sul Medio Oriente. L’osservatore permanente della
Santa Sede al Palazzo di Vetro ha inoltre espresso l’auspicio che la Conferenza “Ginevra
2” aiuti a portare la pace in Siria. Dal presule anche un forte appello a liberare
il mondo dagli armamenti nucleari. Il servizio di Alessandro Gisotti:
E’ un momento
cruciale per i popoli del Medio Oriente. E’ quanto affermato da mons. Chullikatt che,
parlando al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, ha espresso la soddisfazione della Santa
Sede per il rinnovato impegno di israeliani e palestinesi in negoziati “diretti, seri
e concreti”. La nostra speranza, ha detto, è che si possa assistere a un “nuovo rinvigorito
processo di pace”. L’osservatore vaticano ha rammentato che è sempre la popolazione
civile a pagare il prezzo più alto di una guerra. Ed ha ribadito che “una soluzione
politica” è anche la “soluzione migliore” per risolvere le crisi umanitarie del Medio
Oriente, dal sostegno ai rifugiati allo sviluppo economico. Mons. Chullikatt non ha
poi mancato di riferirsi alla grave situazione in Siria, riecheggiando l’accorato
appello di Papa Francesco per la pace. Come “primo passo urgente – ha detto il presule
– la Santa Sede chiede alle parti in conflitto di mettere immediatamente fine alla
violenza e di iniziare un autentico processo di pace con la Conferenza Ginevra
2, programmata per il mese prossimo”.
Mons. Chullikatt ha dunque messo
l’accento sulla terribile condizione in cui vivono oltre 4 milioni di sfollati all’interno
dei confini siriani e più di due milioni di rifugiati negli Stati confinanti. La sfide
che devono affrontare questi Paesi nell’assistenza dei rifugiati, ha avvertito, può
avere “un impatto destabilizzante per l’intera regione”. La Chiesa cattolica, ha assicurato
mons. Chullikatt, rimane impegnata in prima linea nel fornire assistenza umanitaria
alla popolazione, senza distinzione di appartenenza etnica o religiosa. D’altro canto,
il presule ha ricordato “l’esodo preoccupante” dei cristiani dalle loro terre d’origine
a causa di forze estremiste che attaccano le comunità cristiane con “cieca violenza”.
I cristiani stessi, ha detto, sono “costretti a fuggire” lasciandosi alle spalle duemila
anni di storia inseparabile dalla cultura della regione. E’ “inaccettabile”, ha avvertito,
che si ripeta quanto successo in Iraq, dove “la violenza settaria ha ridotto del 70
per cento la popolazione cristiana”.
Oltre che al Consiglio di Sicurezza,
mons. Chullikatt è intervenuto anche all’Assemblea generale sul tema del disarmo.
Il presule ha definito di “importanza storica” la risoluzione sullo smantellamento
delle armi chimiche in Siria, ma ha lamentato le resistenze di alcuni grandi Paesi
a trovare una strada per mettere al bando le armi nucleari. “E amaramente ironico
– ha commentato l’osservatore vaticano – che alcuni Stati alzino la voce nel condannare
le armi chimiche e poi siano silenti sul loro possesso di armi nucleari”. La comunità
internazionale, ha ribadito, deve “parlare e agire ad una sola voce per mettere al
bando tutte le armi di distruzione di massa”. In un mondo così interconnesso, ha proseguito,
non possiamo “rischiare di cadere nella globalizzazione dell’indifferenza”. “Dobbiamo
mettere fine al militarismo miope – ha concluso – e iniziare a concentrarci sui veri
bisogni della famiglia umana”.