2013-10-23 08:08:55

Fukushima è ancora allarme radioattività nonostante le rassicurazioni delle autorità


Fukushima. Altre rilevazioni indicano la presenza di nuove sostanze radioattive sulla costa davanti alla centrale in avaria. Le autorità tranquillizzano, ma la crisi rischia di sfuggire al controllo. Stefano Vecchia:RealAudioMP3

Non c'è pace per le squadre che continuano ad alternarsi all'interno dei reattori devastati della centrale nucleare di Fukushima e nuove notizie alzano la tensione attorno agli impianti. Il gestore della centrale, Tepco, ha anche ieri comunicato valori radioattivi superiori di molto alla norma, in particolare per quanto riguarda il cesio-137. L'azienda ha confermato di avere riscontrato per la seconda volta da agosto, quando ha iniziati rilevamenti specifici nel mare prospiciente la centrale, la presenza della sostanza per 1,6 becquerel per litro, più elevata rispetto al dato dell'8 ottobre, di 1,4 becquerel per litro. Alla comunicazione, Tepco ha fatto come d'abitudine seguire un'opinione tranquillizzante, sottolineando che l'impatto ambientale sarebbe minimo. La comunicazione ha tuttavia evidenziato ancora una volta che son quanto meno contestabili le dichiarazioni la visione ufficiali di fughe radioattive “sotto controllo”. In sé la fuoriuscita in mare di sostanze contaminanti ha uno scarso rilievo per l'ambiente o la salute (nonostante la situazione abbia portato al blocco delle importazione di pesce in Corea del Sud), ma è sintomo della difficoltà di contenere le acque di raffreddamento dei reattori, che presentano livelli sempre più alti di radiazioni. A due anni e mezzo dall'avaria che ha innescato la crisi nucleare nella centrale di Fukushima-1, la situazione rischia di sfuggire al controllo. I grandi contenitori via via aggiunti all'interno della centrale contengono ora 340 milioni di litri di acqua altamente contaminata e 400 tonnellate di acqua si verserebbero quotidianamente nell'oceano filtrando nel sottosuolo e da qui finendo in mare. Ancora una volta un pericolo che la Tepco e in generale le autorità politiche sembrano sottostimare, mentre resta sempre aperta la possibilità a un intervento esterno finora mai negato ma insieme mai attivato, nonostante le pressioni internazionali.







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