Aumenta consumo di cannabis tra adolescenti: il 20% ne ha fatto uso almeno una volta
Negli ultimi due anni è aumentato il consumo di cannabis nei giovani tra i 15 e i
19 anni. Nel corso del recente forum sulla marjuana “Wee Free Days”, organizzato dalla
comunità di San Patriganano, è emerso che gli effetti dell’uso di questa sostanza
sugli adolescenti potrebbero, nel lungo periodo, compromettere lo sviluppo cognitivo
e le conseguenze sarebbero diverse a seconda del sesso. Elvira Ragosta ne ha
parlato con il dott. Giovanni Serpelloni, direttore del Dipartimento
Politiche Antidroga:
R. - Gli effetti
sono molteplici: in particolare nel lungo periodo si hanno quelli relativi alla sfera
mentale. Quindi è possibile che si manifestino delle condizioni psichiche di svantaggio
quali l’ansia, anche con attacchi di panico; ci possono essere anche delle condizioni
che compromettono le attività cerebrali più nobili, quindi il quoziente intellettivo
può calare. Ci sono degli studi, durati anche 30 anni, che hanno dimostrato la perdita
di ben otto punti tra quelle persone che hanno utilizzato sostanze in giovane età;
stiamo parlando della cannabis chiaramente. A livello femminile si manifestano maggiormente
delle sindromi ansiose, degli attacchi di panico, rispetto al sesso maschile che comunque
non è immune. E questo è molto importante, perché ha dei riscontri, dei riverberi,
su quelle che possono essere le motivazioni ad affrontare i problemi della vita o
ad affrontare dei corsi di studio, il lavoro … Anche la memorizzazione, la cosiddetta
working memory, quella che usiamo per memorizzare le sequenze operative, viene
messa in difficoltà e manifesta questo problema ancora di più con l’avanzare dell’età.
D.
- Ci può dare dei dati aggiornati sul consumo giovanile?
R. - Ci sono dei dati
relativi al 2013 che mostrano che negli ultimi tre anni abbiamo avuto un calo dei
consumi nella popolazione generale, cioè nella popolazione che va dai 15 ai 64 anni.
Se però andiamo ad isolare i 15-19 anni, quindi il blocco relativo solo ai giovani,
vediamo che negli ultimi due anni c’è stata una lieve tendenza all’aumento: si è interrotta
quella tendenza a ridurre il consumo; questo, molto probabilmente, in relazione con
un aumento molto cospicuo della pubblicità - chiamiamolo così - della promozione dell’uso
di cannabis su Internet, dove ormai ci sono un sacco di siti che insegnano a coltivarla.
E questo dovrebbe farci pensare anche in termini preventivi che bisognerebbe creare
le condizioni di prevenzione anche su questa rete che è molto utile ma che a volte
può dare dei messaggi fuorvianti.
D. - Il consumo di cannabis tra gli adolescenti
sembra essere diventato comune anche nelle scuole. Esiste un vademecum per genitori,
un modo con cui i genitori possono accorgersi dagli atteggiamenti dei propri figli
di un eventuale uso o abuso di sostanze?
R. - Sicuramente sì. Però va detta
anche una cosa: non pensiamo che i nostri giovani sono tutti drogati, non è così!
È circa solo il 20 percento - anche se è una cifra molto alta per me - che usa sostanze
perlomeno una volta all’anno; l’80 percento non usa queste sostanze. Quindi la normalità
è – appunto - il non uso, questo va detto molto chiaramente. I genitori possono sicuramente
aumentare la loro sorveglianza, guardando quelli che possono essere i cosiddetti disturbi
comportamentali o i deficit di attenzione, la difficoltà a concentrarsi o magari il
ragazzo prima andava bene a scuola adesso va molto male perché ci sono delle funzioni
cerebrali - la memorizzazione e l’attenzione - che con la cannabis vengono compromesse.
Ma anche un aumento dell’aggressività, un aumento di quella maleducazione che a volte
viene lasciata passare perché si è nel periodo adolescenziale... ci possono essere
degli alti o bassi, ma in realtà nasconde a volte l’uso di sostanze e non sempre solo
cannabis. Quando si usano cocaina o anfetamine in particolare, l’aggressività si slatentizza
molto di più. Oltre a questo, ricordo che purtroppo soprattutto nel sesso femminile,
nelle giovani donne, c’è un utilizzo della cocaina e delle anfetamine che viene finalizzato
al controllo alimentare, al controllo dietetico, perché si tratta si sostanze anoressizzanti,
spesso accompagnate da alcol; quindi è possibile che questo avvenga anche nelle giovani
donne.