2013-10-22 14:26:14

Nepal: ‘fuoricasta’ indù trovano conforto in Papa Francesco e nella Bibbia


La lettura della Bibbia e il messaggio di papa Francesco per la Giornata missionaria mondiale celebrata domenica scorsa, sono "una spinta fortissima per combattere la disuguaglianza sociale e l'ingiustizia" in Nepal. Ne è la prova, notano all'agenzia AsiaNews alcuni sacerdoti locali, l'aumento del numero di non cattolici che decidono di partecipare alla Messa domenicale e i giovani che intraprendono il catecumenato, perché attratti dal messaggio di uguaglianza e dignità dell'essere umano proclamato dalla Chiesa cattolica. Il 20 ottobre scorso oltre 500 persone hanno partecipato alla Messa nella cattedrale dell'Assunzione a Kathamandu. Il parroco padre Robin Rai ha letto il messaggio del Santo Padre, chiedendo a tutti i presenti - cattolici e non - di proclamare la Parola di Dio ai membri delle rispettive comunità. I laici presenti alla liturgia hanno trovato le parole del Papa per la Giornata missionaria mondiale "perfettamente adatte" ai bisogni del Nepal, dove molte persone subiscono discriminazioni e oppressioni quotidiane. Inoltre, hanno promesso di stampare e diffondere il Messaggio nei loro luoghi di lavoro. Rita Adhikari, un membro della casta più bassa della società nepalese, racconta ad AsiaNews: "Mi sono convertita al cattolicesimo otto anni fa, perché ho scoperto che in questa religione non esiste discriminazione. Tutti gli esseri umani sono uguali e vengono trattati allo stesso modo, senza distinzioni di casta, colore della pelle o classe sociale". La donna è madre di tre figli. Per sfuggire alla discriminazione spiega di aver dovuto addirittura cambiare cognome: "Il mio vero cognome è Biswakarma, che per gli indù nepalesi indica persone della casta più bassa. Per loro siamo 'intoccabili'. Per sfuggire alla persecuzione ci siamo prima trasferiti a Kathamandu, la capitale, credendo che le cose sarebbero state diverse. Ma anche qui abbiamo avuto problemi: non potevamo usare l'acqua potabile pubblica, né affittare una stanza. I compagni indù di mia figlia la evitavano. Alla fine abbiamo cambiato nome in Adhikari, così le persone non possono identificarci con facilità". (R.P.)







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