Chiese orientali: mons. Vasil chiede di abbracciare "lo spirito d'amore"
Il significato della vita umana è stato al centro dell’omelia che mons. Cyril Vasil,
segretario della Congregazione per le Chiese orientali, ha pronunciato durante la
divina liturgia a Michalovce (Slovacchia) che ha chiuso l’incontro annuale dei vescovi
delle Chiese orientali d’Europa. Nel discorso, preparato in vista della prossima festa
di Ognissanti, il prelato si è soffermato su come si è chiamati ad affrontare la morte.
“Per un cristiano la morte è la fine della vita terrena”, ha dichiarato l’arcivescovo
Vasil, aggiungendo che il messaggio di Cristo sulla vita umana e sulla morte è molto
semplice e si fonda “sulla fiducia nella risurrezione”. Secondo il prelato - riferisce
l'agenzia Sir - “credere nell’immortalità e credere nel suo Creatore che è Dio sono
due cose strettamente connesse, e la fede in Dio è associata all’accettazione di norme
comportamentali che trascendono l’uomo e non dipendono da lui”. Alcune persone negano
l’esistenza di Dio pensando che senza di Lui tutto è lecito. “Ma senza Dio che ne
sarebbe della nostra coscienza e della nostra responsabilità per il male e per i reati?”,
ha chiesto mons. Vasil invitando tutti ad abbracciare lo “Spirito di amore”. “È attraverso
la nostra vita, attraverso le nostre scelte quotidiane e infine attraverso l’ultima
decisione della nostra vita - presa in punto di morte - che decidiamo liberamente
quale direzione prendere per la nostra vita eterna”, ha concluso il segretario della
Congregazione per le Chiese orientali. (R.P.)