23 anni dopo, Aung San Suu Kyi riceverà il Premio Sakharov
Aung San Suu Kyi, da 25 anni simbolo della ricerca di una via democratica per l’ex
Birmania, ha ricevuto ieri nella sede del Parlamento Europeo a Strasburgo il Premio
Sakharov per la libertà di pensiero, 23 anni dopo l’assegnazione. Allora, la Premio
Nobel per la Pace era in stato di detenzione e ancor più convinta che una sua partenza
le avrebbe chiuso definitivamente le porte del ritorno nel suo Paese dove aveva deciso
di restare per contribuire alla fine del regime militare. Arrivata sabato scorso sul
vecchio continente - riferisce l'agenzia Misna - la Suu Kyi ha avuto incontri con
i ministri degli Esteri dei Paesi membri dell’Unione Europea in Lussemburgo, chiedendo
alla comunità internazionale di “continuare ad esercitare pressioni” sul suo governo
affinché completi il percorso democratico avviato due anni fa. Come comunicato alla
stampa nell’occasione, la leader birmana ha sottolineato che il futuro della democrazia
in Myanmar dipende da una rapida e decisiva riforma della Costituzione approvata nel
maggio 2008 dai generali al potere prima di lasciare il Paese nelle mani di istituzioni
elette in parte dai cittadini ma in parte nominate dai militari o da essi ancor controllate.
“Le riforme sono arrivate a un punto che non possono proseguire senza modificare la
Costituzione”, ha detto la leader carismatica dell’opposizione birmana che da oltre
un anno siede in parlamento e che, se fossero modificate le norme costituzionali che
le impediscono di candidarsi, avrebbe ampie possibilità di affermarsi come prossimo
Presidente del Paese alle elezioni del 2015. Una situazione e una volontà che aveva
espresso sabato scorso al presidente della Commissione Europea Jose Manuel Barroso
incontrato a Bruxelles. (R.P.)