India. Il card. Gracias incontra Sonia Gandhi: lavoriamo insieme per tutti gli indiani
Libertà religiosa per tutte le minoranze; pari diritti per i dalit cristiani e musulmani;
la controversa Food Security Bill: sono alcuni dei temi che il card. Oswald Gracias,
arcivescovo di Mumbai e presidente della Conferenza episcopale indiana (Cbci), ha
discusso di persona con Sonia Gandhi, presidente della United Progressive Alliance
(Upa), coalizione al governo in India. All'agenzia AsiaNews il porporato spiega che
l'incontro, avvenuto il 16 ottobre scorso, "è stato un'occasione non per chiedere
favori speciali, ma solo giustizia, uguaglianza e protezione per tutti i cittadini,
come garantisce la Costituzione del nostro Paese". Durante il confronto il cardinale
si è congratulato con il presidente dell'Upa per l'approvazione della Food Security
Bill, definendo il decreto - che prevede la distribuzione di cibo a basso costo per
800 milioni di poveri - "un grande passo del governo verso la cura dei bisognosi e
degli oppressi". La Gandhi ha assicurato all'arcivescovo che "le preoccupazioni espresse
saranno affrontate in modo serio", e ha dichiarato di apprezzare "i servizi resi dalla
comunità cattolica in molti campi, soprattutto quello dell'istruzione e della sanità".
Il cardinale specifica ad AsiaNews di voler "incontrare tutti i partiti del Paese",
a dimostrazione che "la Chiesa non cerca privilegi, ma desidera solo esercitare i
nostri diritti sanciti dalla Costituzione. L'India è la più grande democrazia laica
al mondo, che attraverso la Carta garantisce all'intera popolazione tutti i diritti
umani fondamentali. Come cristiani siamo parte integrante della società indiana".
Nel Paese la comunità cristiana rappresenta il 2,3% della popolazione. Tuttavia, sottolinea
il presidente della Cbci, "la Chiesa si è dedicata senza sosta alla costruzione di
questa nazione per centinaia di anni. Essa ha dato un grande contributo per il benessere
generale della società, senza mai fare discriminazioni di casta o credo, e non è mai
intervenuta in questioni che non le riguardavano. La nostra unica richiesta è di poter
lavorare e vivere liberamente, secondo i diritti proclamati dalla Costituzione. E
questi includono il diritto a praticare la propria religione". (R.P.)