Il Papa: l'attaccamento ai soldi distrugge persone e famiglie, usiamo i beni che Dio
ci dà per aiutare gli altri
La cupidigia, l’attaccamento ai soldi, distrugge le persone, distrugge le famiglie
e i rapporti con gli altri: è quanto ha detto il Papa lunedì mattina durante la Messa
a Santa Marta. L'invito non è quello di scegliere la povertà in se stessa, ma di utilizzare
le ricchezze che Dio ci dà per aiutare chi ha bisogno. Ce ne parla Sergio Centofanti:
Commentando
il Vangelo del giorno, in cui un uomo chiede a Gesù di intervenire per risolvere una
questione di eredità con suo fratello, il Papa sviluppa il problema del nostro rapporto
con i soldi:
“Questo è un problema di tutti i giorni. Quante famiglie distrutte
abbiamo visto per il problema di soldi: fratello contro fratello; padre contro figlio…
E’ questo il primo lavoro che fa questo atteggiamento dell’essere attaccato ai soldi,
distrugge! Quando una persona è attaccata ai soldi, distrugge se stessa, distrugge
la famiglia! I soldi distruggono! Fanno questo, no? Ti attaccano. I soldi servono
per portare avanti tante cose buone, tanti lavori per sviluppare l’umanità, ma quando
il tuo cuore è attaccato così, ti distrugge”.
Gesù racconta la parabola
dell’uomo ricco, che vive per accumulare “tesori per sé” e “non si arricchisce presso
Dio”. L’avvertimento di Gesù è quello di tenersi lontano da ogni cupidigia:
“E’
quello che fa male: la cupidigia nel mio rapporto con i soldi. Avere di più, avere
di più, avere di più… Ti porta all’idolatria, ti distrugge il rapporto con gli altri!
Non i soldi, ma l’atteggiamento, che si chiama cupidigia. Poi anche questa cupidigia
ti ammala, perché ti fa pensare soltanto tutto in funzione dei soldi. Ti distrugge,
ti ammala… E alla fine - questo è il più importante - la cupidigia è uno strumento
dell’idolatria, perché va per la strada contraria a quella che ha fatto Dio con noi.
San Paolo ci dice che Gesù Cristo, che era ricco, si è fatto povero per arricchire
noi. Quella è la strada di Dio: l’umiltà, l’abbassarsi per servire. Invece la cupidigia
ti porta per la strada contraria: tu, che sei un povero uomo, ti fai Dio per la vanità.
E’ l’idolatria!”.
Per questo – prosegue il Papa - Gesù dice cose “tanto
dure, tanto forti contro questo attaccamento al denaro. Ci dice che non si può servire
due padroni: o Dio o il denaro. Ci dice di non preoccuparci, che il Signore sa di
che cosa abbiamo bisogno” e ci invita “all’abbandono fiducioso verso il Padre, che
fa fiorire i gigli dal campo e dà da mangiare agli uccelli”. L’uomo ricco della parabola
continua a pensare solo alle ricchezze, ma Dio gli dice: “Stolto, questa notte ti
sarà richiesta la tua vita!”. “Questa strada contraria alla strada di Dio – conclude
il Papa - è una stoltezza, ti porta lontano dalla vita, distrugge ogni fraternità
umana”:
“Il Signore ci insegna qual è il cammino: non è il cammino della
povertà per la povertà. No! E’ il cammino della povertà come strumento, perché Dio
sia Dio, perché Lui sia l’unico Signore! No l’idolo d’oro! E tutti i beni che abbiamo,
il Signore ce li dà per fare andare avanti il mondo, andare avanti l’umanità, per
aiutare, per aiutare gli altri. Rimanga oggi nel nostro cuore la Parola del Signore:
‘Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell’abbondanza,
la sua vita non dipende da ciò che egli possiede'".