2013-10-21 19:26:43

Commemorati i morti nei naufragi di Lampedusa. Mons Mogavero: compassione e condivisione


Una cerimonia interreligiosa con preghiere e canti: così sul litorale di Agrigento sono state commemorate ieri le 400 vittime dei naufragi avvenuti ad ottobre nel Mediterraneo. Presenti oltre a superstiti e parenti anche i rappresentanti del governo, il vicepremier Alfano - contestato dalla folla e portato via dalla scorta - e i ministri dell’Integrazione e della Difesa. Intanto il sindaco di Lampedusa ha portato a Roma le sue proposte per un nuovo sistema di protezione umanitaria da far arrivare all’Europa. Il servizio di Gabriella Ceraso:RealAudioMP3

Musulmani, cattolici, ortodossi, insieme sul molo san leone di Agrigento: sono i superstiti e i parenti delle vittime di quei tragici 3 e 11 ottobre scorsi, giunti dall’Europa e da diverse città italiane, 150 circa, hanno pregato e hanno lanciato in mare una corona di fiori. Sono tanti ma non tutti: per coloro che al mare sono sopravvissuti e sono a Lampedusa, non è stato possibile. Ieri mattina con una rivolta al centro di accoglienza, poi rientrata, hanno manifestato tutto il loro disappunto. Qui oggi non c’è spazio per le polemiche, solo per il ricordo dei nostri fratelli, dice la comunità eritrea e lo ripete anche mons Domenico Mogavero vescovo di Mazara del Vallo al loro fianco:

“Al di là di tutte le ragioni polemiche, delle rivendicazioni alquanto giuste, sui tempi e sull’opportunità di questa manifestazione, io credo che in questo momento bisogna rivolgere un pensiero sia ai superstiti, sia ai defunti: fratelli che cercando un approdo di pace e di speranza, quando già lo intravvedevano sulle coste lampedusane, hanno visto naufragare tutte le loro attese. Quindi in questo momento, forse, i sentimenti migliori sono quelli che ha espresso Papa Francesco nella sua visita a Lampedusa: sentimenti di compassione e di condivisione, oltre che di solidarietà e di suffragio. Queste morti ci appartengono comunque, anche se non sono morti di italiani”.

Come vescovi rappresentanti della Sicilia, chiamati sempre in causa e sempre in prima linea, dopo questa esperienza, mons Mogavero, come state reagendo e soprattutto quale urgenza che vi siete posti?

“Ci siamo posti un’urgenza di carattere umanitario, che ci fa dare offerte di disponibilità per la prima accoglienza e per il soccorso. E poi, soprattutto, ci siamo detti che è urgente un’opera di formazione per la nostra gente, perché non si lasci prendere da sentimenti o da atteggiamenti che non siano umanitari ed evangelici. Consapevoli - come siamo - che anche al nostro interno qualcuno si lascia prendere la mano da emozioni o sensazioni che hanno poco di umano e di cristiano. Quindi una strategia di carattere educativo, oltre a confermarci nell’opera di accoglienza e di solidarietà per le prime cure da prestare a questi nostri fratelli”.

Intanto le urgenze in tema di immigrazione restano: qualcuno a fine cerimonia grida “basta con la Bossi-Fini” al vicepremier Alfano e lo stesso sindaco di Lampedusa ieri al Senato e al Quirinale ha proposto nuove forme di protezione umanitaria da ottenere già nei Paesi di partenza o di passaggio attraverso presidi internazionale. Giusi Nicolini fa presente la necessità di cambiare i piani umanitari e cambiare la normativa:

Noi dobbiamo subito cambiare qualcosa: ci vuole una risposta umanitaria e una politica spciale che ancora stentiamo ad avere”
La speranza è che se ne prenda atto al Consiglio europeo del 24 e 25 ottobre prossimo quando anche lei sarà a Bruxelles per incontrare il presidente del parlamento Martin Schultz.

Ultimo aggiornamento: 22 ottobre







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