2013-10-20 09:03:47

L'esperienza di "Emergenza sorrisi" per i bambini in Cambogia


Bambini che hanno difficoltà di accesso a cure mediche e per i quali anche una tonsillite può rivelarsi pericolosa. Questa è la situazione sanitaria infantile a Takèo in Cambogia, uno dei Paesi più poveri al mondo, dove è stata organizzata una missione di chirurghi, anestesisti e volontari che hanno operato e visitato i piccoli pazienti. Al microfono di Maria Cristina Montagnaro, Giovanni Carriere, chirurgo di “Emergenza Sorrisi” che ha partecipato alla spedizione:RealAudioMP3

R. – In Cambogia siamo stati in un ospedale gestito dal "Bambin Gesù" di Roma e abbiamo visitato circa 220 bambini, sottoponendo ad interventi chirurgici otorinolaringoiatrici 47 di questi.

D. – Qual è la condizione dell’infanzia in questo Paese?

R. – La Cambogia ha uno dei più alti tassi di mortalità infantile del mondo. I bambini hanno scarso tasso di scolarizzazione e, come succede in tutti questi Paesi in via di sviluppo, accade che possano sviluppare delle patologie che da noi sarebbe banale trattare, ma che purtroppo lì diventa difficile. Pur essendoci, infatti, delle strutture sanitarie pubbliche, la sanità comunque è una struttura a pagamento, che non tutti possono permettersi.

D. – E’ anche difficile raggiungere gli ospedali per i bambini...

R. – C’è questa difficoltà di trasferimento, anche perché gli ospedali cui possono far riferimento sono rari evidentemente, per chi non abita nei grossi centri urbani. Questo è un villaggio di circa 6 o 7 mila persone che, però, ha una provincia così grande, la provincia di Takèo conta circa 500 mila abitanti. Il lavoro che viene svolto lì di routine è proprio quello di aiutare nella crescita questi bambini, che presentano, un po’ per caratteristiche genetiche un po’ per malnutrizione, dei ritardi evidenti dell’accrescimento. Un’altra iniziativa molto particolare è quella dell’organizzazione da parte mia di una clinica mobile, itinerante, che ha girato per la provincia, innanzitutto raccontando alla gente che nel centro di Takèo c’era un ospedale pediatrico e poi per far fronte alle prime necessità sanitarie di questi bambini. C’è da dire poi che, così come tutte le zone sottoposte ai monsoni, lì si vivono due vite: la vita durante il nostro periodo invernale, che sarebbe la loro estate, in cui la stagione è secca, e adesso, nel nostro periodo estivo, la stagione dei monsoni, per cui tutto intorno a questa città, a questo villaggio, è un’enorme palude con fiumi che straripano. Le comunicazioni, quindi, per chi non ha una barca, sono ancora più complicate.

D. – Come vi ha accolto la popolazione locale?

R. – L’aspetto bello di tutte le missioni è trovare che la gente aspetta l’arrivo di qualcuno che può aiutarla. Inoltre, non abbiamo visto piangere quasi nessun bambino di tutti quelli visitati.

D. – Per chi volesse sapere di più su ciò che fate?

R. – L’egida di questa missione è di Emergenza Sorrisi, che ha un sito, che è www.emergenzasorrisi.it. Inoltre, c’è un sito del Bambin Gesù, dove si spiegano le missioni organizzate, che si occupano di un aspetto altrettanto importante. Fornisce l’hardware, che mette a disposizione di questi luoghi, costruisce strutture stabili, che servono a programmare, a sperare in un futuro migliore, al diritto alla salute.







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