2013-10-19 12:40:51

Proclamato Beato Stefano Sàndor, laico salesiano ucciso sotto il regime comunista ungherese


È stato proclamato Beato, sabato a Budapest, in Ungheria, Stefano Sàndor, il coadiutore salesiano ucciso appena 38enne dal regime comunista nel 1953, con l’intensificarsi della persecuzione contro la Chiesa. Alla Messa, in rappresentanza del Santo Padre, c’era il prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, cardinale Angelo Amato. Il servizio di Roberta Barbi:RealAudioMP3

Lo descrivevano tutti come un giovane allegro, serio, gentile, leader amato dagli amici e aiuto prezioso per i fratellini – che assisteva nello studio e nella preghiera – e per la chiesa dei Padri Francescani di Szolnok, dove serviva quotidianamente Messa. Fu proprio questa sua inclinazione all’educazione per i giovani che lo fece innamorare di don Bosco e lo spinse a entrare come postulante nell’Istituto salesiano, dove poi divenne coadiutore laico e ottenne l’incarico di assistenza all’oratorio, come ricorda il cardinale Amato al microfono di Roberto Piermarini:

“Il nostro Beato fu affascinato dalla figura di don Bosco. Ne apprezzava molto il metodo pedagogico e pastorale, mirato alla 'salvezza integrale' dei giovani. I superiori furono bene impressionati dal giovane, serio e allegro, e successivamente lo ammisero al noviziato”.

Dovette interrompere il noviziato perché chiamato alle armi, ma anche al fronte si mostrò un educatore modello, animando e rincuorando i suoi commilitoni. L’esperienza della guerra, per cui ricevette anche diverse onorificenze, non scalfì le sue convinzioni e neppure la sua fede. Tornato a casa, dovette scappare e nascondersi dal regime comunista che si era instaurato, lavorando sotto falso nome per una tipografia pubblica. La situazione peggiorò con la salita al potere in Ungheria di Mátyás Rákosi, quando lo Stato iniziò a incamerare i beni della Chiesa e a perseguitare i fedeli, religiosi e laici, come evidenzia il cardinale Amato:

“La sua vita si svolse in anni difficili per il suo Paese, travagliato da guerre e rivolgimenti politici e sociali. Sappiamo che il comunismo stalinista, regime non meno oppressivo del nazismo, si era instaurato nel suo Paese e lo Stato, nel 1949, non solo incamerò i beni della Chiesa, ma iniziò ad accanirsi con forme persecutorie contro i religiosi, costretti a vivere da clandestini e adattandosi a svolgere i più disparati lavori pur di sopravvivere”.

Non aveva più casa, lavoro, né comunità, ma fu comunque raggiunto e arrestato nel 1952. Della sua morte – resa nota solo dopo il crollo del regime - e del luogo dove è sepolto si sa poco o nulla, ma è certo che avvenne in odio alla fede. Il cardinale Amato sottolinea ancora quale insegnamento il nuovo Beato consegna al mondo:

“Il martire Stefano Sàndor lascia a tutti noi e ai confratelli Salesiani un triplice messaggio: anzitutto fedeltà fino alla fine alla vocazione nella quale il Signore ci chiama; in secondo luogo, impegno nella missione educatrice dei giovani, che bisogna formare alla vita buona del Vangelo; infine, essere testimoni credibili di Gesù e della sua parola di speranza e di carità”.

Nell’imminenza della sua Beatificazione, i confratelli salesiani ne hanno ricordato la figura di laico che fu esempio a molti preti, mettendone in luce in particolare la santificazione del lavoro cristiano, l’amore per la casa di Dio e naturalmente l’educazione della gioventù, che oltre a essere ancora missione fondamentale della Congregazione salesiana, lo è anche della Chiesa universale, come conclude il cardinale Amato:

“In conclusione, il Beato martire Stefano Sàndor ci consegna la profezia dell'importanza dell'educazione dei giovani, per contrastare una cultura che spesso combatte i valori della vita, della carità, della laboriosità, del perdono, della fraternità”.

Ultimo aggiornamento: 21 ottobre







All the contents on this site are copyrighted ©.