2013-10-19 11:19:29

Mons. Xuereb racconta l'amore di Benedetto XVI per la natura


Mons. Alfred Xuereb, segretario particolare di Papa Francesco e per vari anni nella Segreteria particolare di Benedetto XVI, ha presentato ieri a Pordenone l'antologia di testi pronunciati da Joseph Ratzinger, intitolata ''Per una ecologia dell'uomo'', pubblicata dalla Libreria Editrice Vaticana (Lev) e curata da Maria Milvia Morciano. L’iniziativa è stata promossa nell’ambito della VII edizione della rassegna culturale “La Libreria Editrice Vaticana a Pordenone – Ascoltare, leggere, crescere”, in corso nella città friulana fino a questa domenica. Il nostro inviato Luca Collodi ha chiesto a mons. Alfred Xuereb i motivi che lo hanno spinto ad accettare l'invito di presentare questa raccolta:RealAudioMP3

R. - Devo ammettere che sono rimasto anche perplesso quando da Pordenone mi hanno rivolto l'invito. Ho chiesto, per quale motivo. Non sono né uno scrittore, né un giornalista, tanto meno uno studioso. Il ragionier Sandrin, l'organizzatore dell'evento, mi ha fatto notare che ho vissuto tanti anni accanto a Benedetto XVI. "Ci dia la sua testimonianza", mi ha detto. Poi, devo dire che sento dentro di me, da un certo tempo, un impulso: quello di dare un contributo, piccolo quanto sia, a rivelare la vera identità di Papa Benedetto. Soffro, quando sento commenti che sono lontani dal rappresentare il vero Papa Benedetto. Io, che ho avuto la fortuna, la grazia, di conoscerlo da vicino vorrei raccontare la persona che ho conosciuto. Ma c'è anche un altro motivo. L'apprezzamento che ho per la Libreria Editrice Vaticana, che vedo fare tanti sforzi per promuovere i propri libri. Questo fa giungere al mondo il Magistero della Chiesa, la voce del Papa. Collabora, quindi, con il Ministero petrino. Sono quindi venuto a Pordenone, nel nord Italia, per dare il mio piccolo contributo di incoraggiamento alla Lev, che tanto fa per collaborare con il Magistero e far arrivare la voce del Papa.

D. - Mons. Xuereb, quanto la mancata tutela dell'ambiente trova radici nella crisi antropologica e spirituale dell'uomo moderno?

R. - Tantissimo. Posso citare il libro presentato qui a Pordenone. Benedetto scrive: “è necessario prima di tutto riscoprire il significato della persona nella sua dimensione umana e comunitaria, a partire dal fondamento della vita familiare fonte di amore e di affetto da cui viene il senso della solidarietà e della condivisione". Sono parole da meditare. Da che cosa dipende questo primato della persona umana? E' il riflesso di Dio, a immagine di Dio. Perché la creazione è un dono che il Signore ha voluto, è il giardino in cui il Signore vuole che viviamo. Però non dimentichiamo che l'uomo ha una grande responsabilità. Tanto è vero che nell'antologia di testi presentata, Papa Benedetto menziona la parola responsabilità 39 volte. Vuol dire che l'uomo non è ancora abbastanza responsabile, che non ha ancora capito l'importanza della persona umana. Nel libro, Benedetto scrive come l'uomo, se ha cuore la pace, deve tenere ben presenti le connessioni tra l'ecologia naturale e l'ecologia umana. Emerge un nesso inscindibile tra la pace per il creato e quella tra gli uomini.

D. - Benedetto XVI, nella sua quotidianità, come dimostrava il suo amore per la natura, gli animali?

R. - Potrei dire che la prima immagine che mi viene in mente è che si scioglieva davanti agli animali, alla natura, gli piaceva stare fuori, quando uscivamo, per fare una scampagnata, anche quando veniva suo fratello dalla Germania. Ricordando, forse, i momenti in cui, in Germania, da ragazzo, andavano a fare gite nella natura. Ma dobbiamo dire che Papa Benedetto non ha amore solo per i gatti, ma per tutti gli animali. Nei confronti degli uccellini, posso raccontare un aneddoto. Qualche anno fa, in inverno, durante una passeggiata nei Giardini vaticani recitando il Rosario, notavamo spesso un merlo bianco. Alla fine del rosario mi chiedeva se si era fatto vedere, suggerendomi poi di andare a fare qualche foto del merlo. Con l'aiuto dei nostri fotografi, che hanno macchine migliori della mia, sono andato ed ho scattato alcune foto. Quando le ha viste, l'espressione era di meraviglia. Mi disse che erano foto da pubblicare. E qualche giorno dopo, le foto sono finite sull'Osservatore Romano. Ancora: alla fine dell'udienza generale alcuni, dalle parrocchie, portano statue raffiguranti Santi. Ricordo che dissi al Papa che un Santo da lui benedetto in una circostanza, aveva il cane accanto a sé. Mi rispose: "Alfred, non solo questi Santi sono simpatici, ma diventano più umani". Una battuta che rivela la sua attenzione per la presenza del mondo animale accanto a questi uomini che diventano così Santi più vicini alla nostra vita quotidiana, potendo rivolgerci loro in confidenza. E' molto bello questo.

D. - Mons. Xuereb, combattere la cultura dello spreco, come dice Papa Francesco, significa tutelare il Creato …

R. - Certamente sì. Anche Benedetto ci dice questo. Ritenere il Creato come dono di Dio all'umanità aiuta a comprendere la vocazione e il valore dell'uomo. Non ha senso curare la natura, le piante, e poi disprezzare l'uomo. Il rispetto dell'uomo, come conseguenza, porta al rispetto della natura.

D. - I Papi invitano al rispetto dell'ambiente, ma i fedeli raccolgono questo invito? C'è una concreta sensibilità ambientale nei cristiani?

R. - Temo che non sia sufficiente. Tanto è vero che in questo libro della Lev, "Per una ecologia dell'uomo" – come ho già detto - per 39 volte Papa Benedetto usa la parola responsabilità. Credo che il libro possa essere un contributo affinché l'umanità possa diventare sempre più responsabile di questo grande dono che il Signore ci ha consegnato, non come padroni, ma in custodia.

D. - Parlando di tutela del Creato, mons. Xuereb, si vede una grande continuità tra gli ultimi due Pontificati...

R. - Io non limiterei il nesso e la continuità solo a questi due ultimi Papi, l'attuale e Benedetto. E' una continuità che c'è da sempre. E' una storia, perché, appunto, fatta da Pontificati diversi ma connessi l'uno con l'altro. Altrimenti sarebbe solo un libro con vari episodi chiusi. Invece, sono dei capitoli. Voglio ricordare la sensibilità che aveva Giovanni XXIII, che tra poco grazie a Dio verrà canonizzato. Lui, che era figlio di contadini, come non poteva avere sensibilità nei confronti del Creato? Come anche la sensibilità con i giardinieri! Paolo VI, Giovanni Paolo II con le sue uscite a respirare l'aria delle montagne.

D. - Chi gestisce, tra i laici, il bene comune, fa abbastanza per la tutela dell'ambiente e dell'uomo?

R. – Sì, fa tanto, abbiamo fatto passi da gigante in particolare nel mondo della scuola, i bambini oggi insegnano ai loro genitori come dobbiamo comportarci, però non è sufficiente. Credo che ancora dobbiamo fare molto. Iniziamo noi. Ognuno deve fare la sua parte. Incominciamo ad accendere noi la prima luce. Poi si illumina un po' tutto.







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