2013-10-19 16:09:00

Canova e la fede. Gli ultimi lavori dello scultore in mostra a Milano


Sei bassorilievi in gesso, di recente restauro, insieme a sette disegni preparatori: sono il cuore della mostra “Canova. L'ultimo capolavoro. Le metope del tempio”, allestita - fino al 6 gennaio - presso le Gallerie d'Italia di Piazza Scala a Milano e destinata a trasferirsi all'inizio del 2014 al Metropolitan Museum of Art di New York. Si tratta degli ultimi lavori del grande artista, protagonista del neoclassicismo, morto nel 1822. Il servizio di Paolo Ondarza:RealAudioMP3

Un inatteso ritrovamento nelle gallerie dell’Accademia delle Belle Arti di Venezia: 6 bassorilievi in gesso, identificati come modelli originali realizzati da Antonio Canova per le metope marmoree del tempio di Possagno, sua città natale. La linearità pura, essenziale delle figure di profilo disegna elegantemente soggetti biblici vetero e neotestamentari, inediti per lo scultore neoclassico, famoso per i suoi soggetti mitologici. E’ l’ultimo Canova, testimone della fine degli impeti della Rivoluzione francese e dell’ateismo illuminista. Dalle opere emerge l’ancora poco studiato rapporto tra lo scultore e la fede. Il curatore Ferdinando Mazzocca:

“La sua idea è che la Chiesa dovesse un po’ spogliarsi dei suoi orpelli e ritornare a un sentimento religioso più profondo. Quella di Canova è una fede tormentata, come rivela un po’ anche queste opere”.

Il confronto tra le metope e la precedente fase neoclassica è offerto al visitatore dalla presenza in mostra di alcune opere di soggetto mitologico. Rilevanti le differenze stilistiche. Ancora Mazzocca:

“Mentre nei bassorilievi precedenti Canova si era ispirato a delle fonti classiche e ai vasi greci, invece, in questo caso è un Canova che guarda la scultura del Medio Evo, del primo Rinascimento, che proprio in quegli anni dell’Ottocento veniva riscoperta”.

A corredare l’esposizione sette disegni preparatori: fogli solcati da linee contorte e veloci, non accademiche, espressione della prima idea dell’artista…

“Come entrare nella mente, nell’immaginazione dell’artista”.







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