Legge stabilità. Scuole cattoliche deluse: cifra inferiore rispetto allo scorso anno
Continua a far discutere la legge di stabilità. Il presidente, Giorgio Napolitano,
ha detto che “il problema è di vedere nell'insieme su quali risorse possiamo contare
seriamente senza inventarci delle coperture fasulle”. Nel provvedimento, per le scuole
non statali è prevista una spesa di 220 milioni di euro nel 2014. Una cifra che non
soddisfa la Fidae, la Federazione che riunisce le scuole d’ispirazione cattolica.
Alessandro Guarasci ha sentito il presidente donFrancesco Macrì:
R. – Nei vari
passaggi, c’è stato un emendamento, perché il testo originario continuava a recitare
"a decorrere dall’anno 2014". E’ stato cancellato questo “a decorrere”, per cui rimane
“dall’anno 2014”. Rispetto a questa cifra, siamo fortemente delusi perché è una cifra
inferiore rispetto a quella dell’anno scorso, in più non garantisce quel minimo di
progettualità che ogni scuola deve avere. Ecco perché a noi sarebbe andata molto meglio
quell’espressione “a decorrere dall’anno 2014”, appunto per dare alle scuole questa
possibilità di potersi programmare, senza l’angoscia di sapere anno per anno se ci
sarà o non ci sarà il finanziamento.
D. – Se dovessero chiudere le scuole paritarie,
quali sarebbero i contraccolpi per lo Stato?
R. – Il costo medio di un alunno
di scuola statale, calcolando solo le spese correnti, è all’incirca di settemila euro
all’anno. Quindi, se questi ragazzi delle scuole paritarie, che sono all’incirca 300
mila, rifluissero nelle scuole statali, immagini che sovraccarico di spese avrebbe
lo Stato.
D. – Lei vorrebbe rivolgere un appello al governo, al ministro Carrozza,
affinché la legge di stabilità cambi in meglio in Parlamento?
R. – Avevamo
già parlato con diversi parlamentari dei diversi schieramenti. Abbiamo partecipato
ad alcuni tavoli tecnici presso il Ministero. Io, come altri rappresentanti di associazioni
di scuole paritarie, abbiamo avuto un’audizione alla settima Commissione della Camera,
dove si discuteva appunto il disegno di legge sulla scuola. Ho chiesto che i dispositivi
previsti per la scuola statale – che riguardavano la ristorazione, il trasporto, le
borse di studio, i testi scolastici, le varie connettività, la prevenzione della dispersione
scolastica e così via – potessero includere anche la scuola paritaria. Purtroppo,
la discussione di questo disegno di legge si è chiusa tagliandoci fuori, per cui la
conclusione è che la scuola paritaria in Italia rimane ancora marginale, non è considerata
parte integrante dell’unico sistema scolastico nazionale, contraddicendo in questo
modo la legge 62 del 2000. E non solo. Si vanno a contraddire tante risoluzioni che
sta emanando l’Unione Europea. L’ultima di queste risoluzioni è del 2012, nella quale
si afferma espressamente che gli Stati dell’Unione Europea non devono assolutamente
stabilire discriminazioni tra le scuole cosiddette statali e le scuole cosiddette
paritarie.