2013-10-18 12:44:06

Giornata missionaria mondiale. Mons. Rugambwa: Chiesa africana ricca di vocazioni


“Siamo missionari con la nostra parola ma soprattutto con la nostra vita cristiana? Con la nostra testimonianza?” O siamo “cristiani di sagrestia, solo di parole ma che vivono come pagani?” Le parole del Papa nell’udienza generale di mercoledì scorso risuoneranno nella Giornata missionaria mondiale, che si celebra questa domenica, in cui si chiede a tutti i fedeli di aprire il cuore alle esigenze della missione ed esprimere gesti di solidarietà a sostegno delle giovani Chiese. Roberta Gisotti ha intervistato l’arcivescovo Protase Rugambwa, tanzaniano, segretario aggiunto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e presidente delle Pontificie Opere Missionarie:RealAudioMP3

D. – Lei che viene da un Paese africano, come raccoglie questo invito del Papa espresso con la consueta schiettezza?

R. – L’invito del Papa è veramente molto attuale, soprattutto per noi che siamo nelle Chiese giovani, nelle Chiese che stanno crescendo, perché possiamo avere, fin dall’inizio, questa visione di Chiesa come una, la Chiesa missionaria che deve andare, veramente uscire… Quindi, noi come cristiani in Africa, dal punto di vista della missionarietà è vero che stiamo crescendo, in Africa le vocazioni ci sono ma dobbiamo fare in modo che non sia la 'Chiesa africana', ma la Chiesa intesa come Chiesa universale. E avere questa Chiesa che cresce ma guardando sempre anche al di là dell’Africa, al di là dei nostri confini.

D. – Lei crede che nelle Chiese dei Paesi più ricchi, più sviluppati dell’Occidente, siano presenti abbastanza i bisogni delle Chiese più giovani?

R. – Sicuramente. Adesso, stiamo parlando anche della cooperazione missionaria. Quando si parla di Chiese giovani – dove, ringraziamo il Signore, ci sono le vocazioni al presbiterato, per esempio, e alla vita consacrata – da noi si va nelle comunità oppure nei seminari e si trovano pieni, ma dopo che sono pieni cosa possiamo fare con questa realtà, o con questa fortuna, che è un dono? Dobbiamo pensare, adesso, anche ad andare fuori, al di là dell’Africa, ad evangelizzare. Quindi, per esempio, in Europa o in America o in altre parti del mondo, dove c’è bisogno, dobbiamo aprire i nostri occhi e vedere che possiamo andare anche lì a svolgere questo lavoro importante, perché c’è una preparazione adeguata per svolgere questo lavoro, questa missione. Quindi, anche la validità di questa visione di collaborazione missionaria.

D. – Il Papa, nel suo messaggio per la Giornata, ripete che la Chiesa non è un’organizzazione assistenziale, un’impresa, una Ong, ma è una comunità di persone animate dall’azione dello Spirito Santo: le chiedo se forse in questa nostra epoca pensiamo poco alla presenza tra noi dello Spirito Santo …

R. – Eh sì, qui bisogna capire bene che, prima delle strutture o prima delle ideologie, c’è Cristo, c’è l’amore, c’è lo Spirito Santo che ci deve spingere. E’ importante capire questo.

D. – Ma c’è un appello particolare per l’Africa che lei vuole fare?

R. – Per l’Africa, io vorrei dire pure alla nostra gente che devono sapere, devono capire che anche nelle piccole cose che hanno devono partecipare anche loro, collaborare a questo appello che noi facciamo ogni anno. Dobbiamo riconoscere che è necessario essere insieme con il Santo Padre in questa sollecitudine pastorale verso tutte le Chiese. Quindi, anche noi dobbiamo essere persone credenti, ma sempre con la disponibilità ad essere riconoscenti di questo fatto di poter collaborare con tutti gli agenti pastorali, perché il lavoro di evangelizzazione continui.







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