Filippine: oltre 170 i morti del sisma. Gli aiuti della Chiesa
Il violento terremoto che si è abbattuto su Bohol e Cebu, nelle Filippine, martedì
scorso, il cui epicentro si trova a circa 33 km al di sotto di Carmen, Bohol, ha causato
ingenti danni, distrutto infrastrutture, ed ha fatto crollare edifici, conventi e
parrocchie. Secondo le notizie inviate all’agenzia Fides dalla Camillian Task Force
(Ctf), “il numero di morti è di oltre 170 ma continua ad aumentare. I soccorritori
cercano di raggiungere i pazienti di un ospedale crollato e villaggi di montagna dove
si teme che un numero non identificato di persone sia rimasto intrappolato a causa
di una frana. Le famiglie colpite sono finora 441.709.” Diverse chiese di pietra,
vecchie di secoli, si sono frantumate e vaste zone sono senza corrente elettrica.
Molte strade e ponti sono rimasti danneggiati, rendendo difficili le operazioni di
soccorso. Mentre gli interventi continuano, ci si aspetta purtroppo che il numero
di morti aumenterà,” - si legge tra le notizie ricevute. Bohol è una Provincia dalla
quale provengono numerosi religiosi Camilliani e seminaristi. La città di Maribojoc
è una di quelle maggiormente colpite. Secondo un ultimo aggiornamento inviato a Fides
da fr. Dan Cancino, della Commissione Sanitaria della Conferenza episcopale delle
Filippine, “nelle quattro città di Carmen, Maribojoc, Cortes e Loon manca ancora l’elettricità,
le ultime 3 sono isolate e raggiungibili solo con le barche via mare. Fr. Yking si
è recato in questi luoghi per fare una prima valutazione. I primi soccorsi, medicine,
cibo e acqua, vengono trasportati da Cebu o da Manila a Tagbilaran.” La Ctf Filippine
sta ora facendo una rapida valutazione delle urgenze attraverso l’aiuto degli ex-seminaristi
Camilliani di Bohol, che si stanno spostando qua e là per le città colpite, per raccogliere
dati e informazioni. La Ctf Central ha lanciato un appello di preghiera per i sopravvissuti
a tutte le famiglie o comunità. (R.P.)