2013-10-17 07:09:51

Usa. Democratici e repubblicani trovano l’accordo: evitato il default


Meno di 4 ore fa, negli Stati Uniti prima il Senato e poi la Camera hanno approvato a larga maggioranza l'intesa raggiunta dai capigruppo dei democratici e dei repubblicani per evitare il default finanziario. E poco fa il presidente Obama ha firmato l'accordo. Riapre, dunque, lo Stato federale e da oggi gli statali possono tornare al lavoro. Il capo della Casa Bianca ringrazia i protagonisti dell'intesa, si dice disponibile a ''lavorare con tutti'' e esorta gli eletti ''a riguadagnare la fiducia del Paese''. Da Washington, Francesca Baronio:RealAudioMP3

L’intesa ruota attorno a tre date: il finanziamento del governo viene garantito fino al 15 gennaio, il tetto del debito viene alzato sino alla soglia del 7 febbraio ed entro il 13 dicembre prende il via un tavolo negoziale sul budget per l’anno in corso, con allo studio tagli per i prossimi dieci anni. Un chiaro successo per la Casa Bianca che riesce ad evitare che venga toccata l'Obama-care, la riforma sanitaria all’origine dello scontro. Unica concessione: una norma antifrode per chi faccia richiesta dei sussidi federali. Il partito repubblicano esce lacerato dallo scontro, con l’establishment moderato da una parte e, dall’altra, gli ultraconservatori del Tea Party. Mentre John Boehner, presidente della Camera, è delegittimato da entrambi i fronti. Lo dice a chiare lettere il repubblicano John McCain: “Abbiamo perso perché abbiamo chiesto delle cose che non potevamo ottenere”. I mercati tirano un sospiro di sollievo e gli indici tornano a correre. Ma la battaglia è solo rimandata al 7 febbraio, quando potrebbero ripresentarsi gli stessi nodi da sciogliere.

Ma c’è da considerare che il solo shutdown, durato 16 giorni, è costato almeno 24 miliardi di dollari. Per capire altri dati economici e possibili sviluppi in tema di debito per Washington Fausta Speranza ha parlato con l’economista Paolo Guerrieri:RealAudioMP3

R. - Ha avuto un costo altissimo e sono stime, per ora, che riguardano quelli che possono essere i costi visibili, ma in realtà quelli che sono i costi più pesanti riguardano il clima di fiducia, per le imprese, i consumatori, le famiglie che in qualche modo hanno risentito pesantemente di questa incertezza. Per ora, sappiamo, che il tasso di crescita dell’economia americana si è abbassato di un punto, ma si teme che possa essere anche di più.

D. - C’è poi da dire che la questione debito non è di certo risolta …

R. - Non è risolta, perché in realtà quello che è avvenuto è una sorta di armistizio. A gennaio e a febbraio ci ritroveremo nella stessa situazione. È vero che è stato deciso di riaprire un negoziato sul debito, ma in realtà se il clima è quello che abbiamo visto questi giorni, credo ci sia seriamente da temere che questo negoziato che si andrà a sviluppare da qui alla fine dell’anno, non porterà da nessuna parte. Ormai, la situazione dell’economia americana sembra quasi endemica, così come appare quella del confronto politico americano.

D. - Ci spiega meglio la situazione che attraversano gli Stati Uniti?

R. - In realtà, da sempre, la questione debito è un pretesto. Da circa un secolo, l’economia americana funziona con questo debito al quale viene fissato un tetto. Ora, in epoche passate c’era un accordo bipartisan per cui questo tetto veniva di comune accordo rimosso e aggiornato nuovamente. Nel momento in cui si è avuto questo “imbarbarimento” - chiamiamolo così - del confronto politico su questo tema tra repubblicani e democratici, questo tetto - che viene fissato costituzionalmente - è diventato una specie di “arma” che i repubblicani usano per chiedere forti tagli e in particolare, lo sappiamo, sulla sanità. Quindi il problema del debito in realtà è l’effetto non certo la causa di quello che sta succedendo; la causa è ormai un confronto politico che non ha più regole.

D. - Che cosa dire dell’ammontare del debito americano nell’economia globale?

R. - Il debito americano non è un problema che può preoccupare, perché se l’economia americana continua a crescere, così come sta facendo, le proiezioni naturalmente non di parte, ma quelle del fiscal council - quindi il budget office del parlamento - fanno vedere che c’è una necessità di correzione, in qualche modo, assolutamente alla portata della politica americana dello 0,2 % da qui al 2025 - 2030. Quindi, in realtà, il problema del debito sarebbe risolvibile se la politica economica americana potesse essere portata avanti così come avveniva in passato. In questa situazione, il problema del debito può diventare un problema di difficile soluzione proprio perché va incontro a situazioni estreme come quella che abbiamo visto.







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