Ue: rilanciare i negoziati con la Turchia, forse l’Albania il prossimo Paese candidato
all’adesione
L’Albania potrebbe presto diventare il prossimo Paese candidato all’adesione all’Unione
europea. Lo ha proposto ieri la Commissione di Bruxelles nel rapporto sull’allargamento,
in cui si chiede anche di rilanciare i negoziati con la Turchia. Da Bruxelles, il
servizio di Laura Serassio:
Dal 2009 l’Albania
aspettava di ricevere questa risposta e finalmente ieri l’ha avuta: secondo la Commissione
europea è pronta a diventare Paese candidato all’ingresso in Europa. A deciderlo,
formalmente, saranno però i capi di Stato e di governo nel Vertice di dicembre. Ad
incidere positivamente sulla proposta è stata la buona performance politica nel corso
delle elezioni di giugno, giudicate regolari e condotte ordinatamente, e che hanno
portato al potere i socialisti pro-Europa. Certo, rimane molta strada da fare prima
che si possa pensare ad aprire i negoziati, soprattutto in termini di lotta contro
crimine organizzato e corruzione, ma anche per quanto riguarda stato di diritto e
riforme amministrative. Per la Serbia, già Paese candidato, si monitora soprattutto
la relazione col Kosovo, dove il rapporto della Commissione registra progressi visibili
e continui. Ma l’altro Paese, oltre a Tirana, su cui spinge Bruxelles, è la Turchia,
nonostante il ricorso eccessivo alle forze dell’ordine nel corso delle contestazioni
di questa primavera. Bisogna rilanciare le trattative aperte dal 2005 ma da tempo
in stallo – suggerisce la Commissione, all’indirizzo dei 28 che in un Consiglio Affari
generali, la prossima settimana, si troveranno sul tavolo la decisione di aprire,
o meno, il capitolo riguardante la politica regionale.
La Turchia, dunque,
una delle grandi protagoniste del rapporto sull’allargamento dell’Unione Europea.
Un Paese ponte con l’Asia, da sempre strategico per il mantenimento degli equilibri
regionali. Ma in caso di adesione, potrebbe la Turchia giocare un ruolo di mediatore
rilevante per le crisi egiziana e siriana? Elvira Ragosta lo ha chiesto a Federiga
Bindi, docente di Integrazione Politica Europea all’Università Tor Vergata di
Roma:
R. – Sicuramente
anche perché la Turchia sta giocando un ruolo fondamentale nella stabilizzazione politica
della zona, ma anche per l’accoglienza dei rifugiati: sono almeno 200 mila i siriani
ospitati nei campi che il Rapporto dice essere molto bene organizzati, più altri 200
mila circa non nei campi; inoltre, la Turchia negli ultimi anni è diventata sempre
più un attore rilevante. Quindi è evidente che dal punto di vista politico, dal punto
di vista della rilevanza dell’Unione europea nel quadro mediterraneo, a mio parere
non avremmo che da guadagnare dall’entrata della Turchia.
D. – Il Rapporto
da un lato evidenzia i passi in avanti fatti dal governo di Ankara; dall’altro, però,
sottolinea la necessità di una maggiore democrazia reale, anche alla luce dei fatti
di Gezi Park …
R. – Mi sembra che dal punto di vista dei diritti, dei “minority
rights”, e via dicendo, forse è il settore nel quale la Turchia ha fatto i passi avanti
più importanti: sono stati aumentati i diritti delle minoranze, la possibilità di
fare attività politica nella lingua che non sia il turco … Quindi, secondo me, dal
punto di vista dei diritti forse è il punto in cui è andata più avanti. Certo, c’è
tanto da fare: la soglia del 10% per poter accedere in Parlamento è una delle più
alte che ci sia.
D. – Uno degli aspetti sottolineati anche dalla stampa internazionale
era il problema della libertà di stampa in Turchia …
R. – C’è sicuramente ancora
da fare … Per la televisione c’è quest’autorità indipendente, però anche dal punto
di vista dell’ingerenza dei militari rispetto ai civili che sono tornati indietro,
quindi si sono rimessi nell’ombra: anche questa è una cosa importante per quanto riguarda
lo sviluppo democratico. Io, francamente, credo che punti critici ce ne siano, ma
quelli più importanti sono altri, tipo la questione di Cipro dalla quale non ci si
muove; la questione del gas e quella con la Grecia … Mi sembra però che stiano facendo
grandi passi avanti che obiettivamente non mi sarei aspettata più di tanto, perchè
sicuramente la Turchia in questo momento considera meno una priorità entrare nell’Unione
Europea di quanto lo considerasse prima!