2013-10-17 16:35:01

"Punto e a capo sulla Tratta in Italia"


RealAudioMP3 "E' da oltre dieci anni che, in Italia, organizzazioni del mondo ecclesiale e civile si occupano del fenomeno della tratta e dello sfruttamento di persone, sia a scopo sessuale che lavorativo. Oggi è tempo di superare il 'gap' informativo e provare a censire tutte le realtà che si occupano di questo 'ignobile' fenomeno, come lo ha definito Papa Francesco". Così, Oliviero Forti, responsabile dell'ufficio immigrazione della Caritas italiana, introduce il "1° Rapporto di ricerca sulla tratta e il grave sfruttamento", realizzato assiema al Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca), che viene presentato a Roma venerdì 18 ottobre, Giornata europea contro la tratta di persone. "Non sempre chi viene sfrutatto è stato prima vittima di tratta - spiega Forti - ma la situazione finale di chi è stato oggetto di traffico di essere umani e di chi subisce, per esempio, lo sfruttamento in ambito lavorativo - agricoltura, edilizia, cura delle persone - è la stessa. Sono persone vittime di vessazioni, anche cruente, e violazioni dei diritti umani. Ed è un fenomeno che colpisce l'Italia dal Nord al Sud". "Come comunità di accoglienza lavoriamo con le forze dell'ordine e gli enti locali - spiega Tiziana Bianchini del Cnca - non solo per accogliere le vittime, ma anche per raccogliere dati e informazioni che anticipino nuove tendenze e modelli di intervento e possano sensibilizzare la cittadinanza. Compreso chi - in maniera più o meno consapevole - ricava benefici dalle persone che sono vittima di sfruttamento lavorativo". "Dal punto di vista dello sfruttamento sessuale, negli ultimi anni, si è assistito ad esempio a una grande diversificazione. E' aumentata la quantità delle persone costrette a prostituirsi 'in door', all'interno di locali, sale per massaggi e appartenenti. Sono, dal nostro punto di vista, le persone più vulnerabili perché più difficili da contattare". "In ambito lavorativo aumentano invece - spiega la responsabile prostituzione e tratta del Cnca - i casi di gravissimi sfruttamenti delle persone, fino alla riduzione in schiavitù, in settori merceologici e produttivi molto differenti. E dunque non solo nell'agricoltura, nella pastorizia e nel lavoro domestico, ma anche nei trasporti. C'è dunque un incremento. non solo quantitativo ma anche qualitativo, di questo fenomeno in molti ambiti produttivi". (A cura di Fabio Colagrande)







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