Obama elogia Letta: impressionato da sua leadership. Italia nella giusta direzione
L’Italia con le sue riforme economiche si muove nella giusta direzione. Roma è un
partner eccezionale. Non risparmia i complimenti il presidente americano Barack Obama
nel suo incontro a Washington con il premier italiano Enrico Letta, il quale a sua
volta parla di positive ricadute sull’Italia dell’accordo sul debito raggiunto mercoledì
negli Usa, che ha permesso di evitare il default. "La prossima legislatura europea
– aggiunge poi Letta a margine dell’incontro con Obama – deve essere basata sulla
crescita, e dunque per questo l’Italia lavorerà sodo. Servizio di Francesca Sabatinelli:
Il premier Letta
si congratula con Obama: l’accordo raggiunto ieri al Congresso è importante anche
per la stabilità dei mercati in Europa, dunque anche in Italia. Mentre il presidente
americano, dal canto suo, si dice impressionato dalla leadership e dall’integrità
di Letta. A Washington non mancano i complimenti, sostenuti dal sollievo italiano
per la legge sulla stabilità, la strada giusta, dice Letta, dimostrata dal comportamento
dello spread al minimo; e dal sollievo statunitense, per aver schivato sul filo di
lana la preannunciata sciagura. Finito lo shutdown, è stato evitato il default. Ma
non ci sono vincitori. Così il presidente Obama si era rivolto in precedenza al Paese,
ringraziando repubblicani e democratici per la loro responsabilità e al tempo stesso
riconoscendo che lo shutdown ha inflitto all’economia statunitense danni non necessari,
rallentandone la crescita. La Casa Bianca non è estranea al malumore che pervade i
cittadini: gli americani sono stufi di Washington, continua Obama, bisogna mettersi
al lavoro per riguadagnare la loro fiducia. E lancia poi una sfida: non vi piace una
particolare politica o un particolare presidente? Allora vincete le elezioni, è la
risposta che lo stesso Obama regala a chi si è opposto all’accordo di ieri.
Ma
c’è da considerare che il solo shutdown, durato 16 giorni, è costato almeno 24 miliardi
di dollari. Per capire altri dati economici e possibili sviluppi in tema di debito
per Washington Fausta Speranza ha parlato con l’economista Paolo Guerrieri:
R. - Ha avuto
un costo altissimo e sono stime, per ora, che riguardano quelli che possono essere
i costi visibili, ma in realtà quelli che sono i costi più pesanti riguardano il clima
di fiducia, per le imprese, i consumatori, le famiglie che in qualche modo hanno risentito
pesantemente di questa incertezza. Per ora, sappiamo, che il tasso di crescita dell’economia
americana si è abbassato di un punto, ma si teme che possa essere anche di più.
D.
- C’è poi da dire che la questione debito non è di certo risolta …
R. - Non
è risolta, perché in realtà quello che è avvenuto è una sorta di armistizio. A gennaio
e a febbraio ci ritroveremo nella stessa situazione. È vero che è stato deciso di
riaprire un negoziato sul debito, ma in realtà se il clima è quello che abbiamo visto
questi giorni, credo ci sia seriamente da temere che questo negoziato che si andrà
a sviluppare da qui alla fine dell’anno, non porterà da nessuna parte. Ormai, la situazione
dell’economia americana sembra quasi endemica, così come appare quella del confronto
politico americano.
D. - Ci spiega meglio la situazione che attraversano gli
Stati Uniti?
R. - In realtà, da sempre, la questione debito è un pretesto.
Da circa un secolo, l’economia americana funziona con questo debito al quale viene
fissato un tetto. Ora, in epoche passate c’era un accordo bipartisan per cui questo
tetto veniva di comune accordo rimosso e aggiornato nuovamente. Nel momento in cui
si è avuto questo “imbarbarimento” - chiamiamolo così - del confronto politico su
questo tema tra repubblicani e democratici, questo tetto - che viene fissato costituzionalmente
- è diventato una specie di “arma” che i repubblicani usano per chiedere forti tagli
e in particolare, lo sappiamo, sulla sanità. Quindi il problema del debito in realtà
è l’effetto non certo la causa di quello che sta succedendo; la causa è ormai un confronto
politico che non ha più regole.
D. - Che cosa dire dell’ammontare del debito
americano nell’economia globale?
R. - Il debito americano non è un problema
che può preoccupare, perché se l’economia americana continua a crescere, così come
sta facendo, le proiezioni naturalmente non di parte, ma quelle del fiscal council
- quindi il budget office del parlamento - fanno vedere che c’è una necessità di correzione,
in qualche modo, assolutamente alla portata della politica americana dello 0,2 % da
qui al 2025 - 2030. Quindi, in realtà, il problema del debito sarebbe risolvibile
se la politica economica americana potesse essere portata avanti così come avveniva
in passato. In questa situazione, il problema del debito può diventare un problema
di difficile soluzione proprio perché va incontro a situazioni estreme come quella
che abbiamo visto.