Milano. Convegno teologico su religioni, libertà e pace
Una società diventata ormai plurale deve favorire la pluralità delle fedi. Un chiaro
appello a garantire libertà religiosa per tutti è venuto dal primo dei tre giorni
del Convegno milanese che segna la conclusione delle celebrazioni dell’Anno costantiniano,
nel 1700.mo anniversario dell’Editto di Milano del 313, ritenuto il primo riconoscimento
della libertà religiosa. Da Milano il servizio di Fabio Brenna:
Libertà religiosa
come libertà fondamentale dell’uomo che precede e garantisce tutte le altre forme
di libertà, ma al contempo negata e minacciata in molte parti del mondo, come ha sottolineato
il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il
dialogo interreligioso:
“Ci sono anche delle persecuzioni fatte in modo
non violento, ma subdolo, come ad esempio la privatizzazione della religione in Europa.
Questa è una forma di discriminazione e quindi noi dobbiamo sempre sottolineare che
la religione non è un problema, ma è una ricchezza”.
Nel suo intervento,
l’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, ha evidenziato come lo
sviluppo della libertà di coscienza e la distinzione tra religione e potere politico
“è stato pagato al prezzo della messa in ombra e della rimozione della religione dalla
sfera civile”. Il risultato è quello di una riduzione della religione a fatto privato,
senza rilevanza e liceità pubblica. Auspicabile dunque un’inversione di tendenza,
anche perché il riconoscimento della rilevanza pubblica della religione è strada imprescindibile
per un futuro di pace della nostra società:
“Oggi, noi cristiani siamo consapevoli,
come gli uomini delle religioni, che viviamo in una società plurale contro la quale
dobbiamo fare la nostra proposta, dialogare con tutti, non cercare egemonie, far vedere
che la sequela di Cristo esalta l’umano e quindi maturare sul campo la possibilità
che una libertà religiosa effettiva sia praticata”.
Il Convegno ha quindi
traslocato per la seconda giornata di lavori all’Università statale. Al centro dell’attenzione,
il rapporto fra le religioni e le istituzioni pubbliche. Sotto la presidenza di rav
Giuseppe Laras, presidente emerito dell’Assemblea rabbinica italiana, si è analizzato
il caso del rapporto fra Stato e Chiesa nelle diverse declinazioni nazionali ortodosse.
Un secondo focus è stato invece dedicato alla genesi e ricezione della Dignitatis
Humanae, la Dichiarazione del Concilio Vaticano II sulla libertà religiosa. Il
rapporto fra libertà religiosa e cultura civile è protagonista invece di un dialogo
fra due docenti della Boston University e dell’Università di Nottingham. A chiudere
la giornata di oggi una panoramica su laicità, pluralismo odierno e religioni.