2013-10-17 15:55:38

Madrid: le conclusioni del Comitato internazionale di collegamento ebraico-cattolico


Con un appello ai leader politici e religiosi e alle istituzioni a tutelare la libertà religiosa e l’impegno comune ad una più stretta collaborazione per contrastare le persecuzioni contro i cristiani nel mondo e la preoccupante ripresa dell’antisemitismo, si è conclusa a Madrid la 22ª riunione del Comitato internazionale di collegamento ebraico-cattolico, dedicato al tema “Le sfide per la fede nelle società contemporanee”. A rappresentare la Chiesa cattolica c’erano, tra gli altri, il card. Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, ed il card. Antonio Maria Rouco Varela, arcivescovo di Madrid, mentre per parte ebraica erano presenti numerosi rabbini, tra cui David Rosen, consigliere del Gran Rabbinato di Israele e direttore dell'Istituto Heilbrunn per la comprensione religiosa internazionale. Al centro della sessione, iniziata il 13 ottobre, il punto sui rapporti tra cattolici ed ebrei a 50 anni dalla storica svolta del Concilio e il contesto sociale, culturale, etico e religioso nel quale uomini e donne cercano oggi di esprimere la propria fede seguendo gli insegnamenti delle rispettive tradizioni religiose. Nel corso dei dibattiti sono state evidenziate, in particolare, le difficoltà con cui devono confrontarsi oggi cristiani ed ebrei nel mondo, quali la violenza, la discriminazione, la povertà e il terrorismo. A questo proposito, la dichiarazione finale esprime “profondo dolore” per l’uso strumentale della religione che, sottolinea, “profana il nome di Dio”. Partendo dalla comune fede nella dignità donata da Dio a ogni essere umano, nella dichiarazione si ribadisce che essa implica che a ogni persona venga riconosciuta“ piena libertà di coscienza e di espressione della propria fede a livello individuale e istituzionale e nella sfera privata come in quella pubblica”. Di qui l’appello ai leader e alle istituzioni a tutelare questa libertà fondamentale, che comprende anche quella di cambiare religione e di educare liberamente i figli secondo il proprio credo. I partecipanti hanno espresso anche la comune volontà di intensificare la loro collaborazione contro il preoccupante dilagare delle persecuzioni contro le minoranze cristiane in diversi Paesi e il rinascente anti-semitismo, citando in proposito le parole di Papa Francesco per cui “un cristiano non può essere anti-semita”. Quindi, in conclusione, la dichiarazione sottolinea l’importanza di educare le nuove generazioni di ebrei e cattolici a questi principi, facendo conoscere la dichiarazione conciliare “Nostra Aetate” sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane e i documenti che ne sono seguiti. Creato nel 1970, proprio sulla scia dello storico documento giovanneo, il Comitato internazionale di collegamento cattolico-ebraico tiene incontri periodici. L’ultimo risale al marzo 2011 e si è svolto a Parigi, sul tema “Quarant’anni di dialogo: riflessioni e prospettive future”. (A cura di Lisa Zengarini)

Ultimo aggiornamento: 18 ottobre







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