Il Papa: grazie al card. Bertone per la fedeltà e benvenuto a mons. Parolin, assente
per intervento chirurgico
Gratitudine e fedeltà. Sono le due parole che hanno contraddistinto l’udienza di Papa
Francesco, martedì mattina in Vaticano, ai superiori e agli officiali della Segreteria
di Stato in occasione del congedo del cardinale Tarcisio Bertone e della presa di
possesso di mons. Pietro Parolin che, tuttavia, non ha potuto essere presente alla
cerimonia a causa di un intervento chirurgico a cui è stato sottoposto. Il servizio
di Alessandro Gisotti:
L’udienza di
Papa Francesco alla comunità di lavoro della Segreteria di Stato ha avuto un fuori
programma per l’assenza di mons. Parolin per motivi di salute. E’ stato il Papa stesso
a informare i presenti che il benvenuto al nuovo segretario di Stato avrebbe assunto
una forma diversa da quella programmata:
“…sarà un benvenuto ‘in absentia’,
perché lui prenderà possesso del suo nuovo incarico alcune settimane più tardi rispetto
alla data di oggi, a motivo di un piccolo intervento chirurgico a cui ha dovuto sottoporsi”.
Il
Pontefice ha dunque dedicato una parte cospicua del suo intervento a ringraziare il
cardinale Bertone. Gratitudine, ha detto, con la quale “penso di interpretare anche
il pensiero del mio amato predecessore Benedetto XVI”:
“Vedo in lei anzitutto
il figlio di don Bosco. Tutti siamo marcati dalla nostra storia. Pensando al suo lungo
servizio alla Chiesa, sia nell’insegnamento, come nel ministero di vescovo diocesano
e nel lavoro in Curia, fino all’incarico di segretario di Stato, mi pare che il filo
rosso sia costituito proprio dalla vocazione sacerdotale salesiana che l’ha segnata
sin dalla tenera infanzia, e che l’ha portata a svolgere tutti gli incarichi ricevuti”.
Incarichi,
ha soggiunto, svolti con “profondo amore alla Chiesa, grande generosità, e con quella
tipica miscela salesiana che unisce un sincero spirito di obbedienza e una grande
libertà di iniziativa e di inventiva personale”. Per ogni salesiano, ha aggiunto,
l’amore della Chiesa si esprime in maniera del tutto particolare nell’amore al Successore
di Pietro. “Sentirsi al cuore della Chiesa – ha ricordato – proprio perché si è con
il Papa”:
“E qui vengo al secondo aspetto che desidero sottolineare: l’atteggiamento
di incondizionata fedeltà e di assoluta lealtà a Pietro, caratteristica distintiva
del Suo mandato come Segretario di Stato, tanto verso Benedetto XVI che verso di me
in questi mesi. L’ho potuto avvertire in molte occasioni e Le sono profondamente grato
per questo”.
Il Papa ha quindi ringraziato il cardinale Bertone per “il
coraggio e la pazienza – ha detto – con cui ha vissuto le contrarietà che ha dovuto
affrontare”. E “sono tante”, ha osservato. Il Papa ha così ricordato il "sogno delle
rose" raccontato da Don Bosco ai suoi giovani. Se dall’esterno di un pergolato, ha
rammentato, si vedono solo i fiori più ci si addentra e più “spuntano delle spine
acutissime che feriscono e provocano grandi dolori”. E tuttavia, pur nello scoraggiamento,
la Vergine Maria esorta tutti a perseverare:
“Caro cardinale Bertone, in
questo momento mi piace pensare che, se pure vi sono state le spine, la Vergine Ausiliatrice
non ha certo fatto mancare il suo aiuto, e non lo farà mancare in futuro: sia sicuro,
eh? L’augurio che tutti Le facciamo è che ella possa continuare a godere dei tesori
che hanno segnato la Sua vocazione: la presenza di Gesù Eucaristia, l’assistenza della
Madonna, l’amicizia del Papa”.
Ha dunque rivolto il pensiero a mons. Parolin,
che – ha sottolineato il Papa – ben conosce la comunità di lavoro della Segreteria
di Stato Vaticano:
“Lui conosce molto bene la famiglia della Segreteria
di Stato, vi ha lavorato per tanti anni, con passione e competenza e con quella capacità
di dialogo e di tratto umano che sono una sua caratteristica. In un certo senso è
come un ritornare ‘a casa’”.
Infine, il Papa ha ringraziato quanti lavorano
nella Segreteria di Stato “spesso in forma nascosta e anonima” e li ha invitati a
pregare per lui:
“Vi invito tutti a pregare per me – ne ho tanto bisogno
– e vorrei che foste sicuri della mia preghiera e della mia amicizia, della mia vicinanza
e della mia riconoscenza per questo lavoro che voi fate”.