2013-10-16 13:23:46

Aumentano le famiglie che non arrivano a fine mese, cresce sfiducia nel futuro prossimo


In Italia, il 19% delle famiglie non copre le spese con il proprio reddito e per 1 famiglia su 4 è difficile pagare le tasse. Lo rende noto “Outlook Italia. Clima di fiducia e aspettative delle famiglie italiane nel 2° semestre 2013”, realizzato da Confcommercio e Censis e presentato ieri in conferenza stampa a Roma. Il servizio di Adriana Masotti: RealAudioMP3

Sono aumentate, rispetto al 2012, le famiglie che in Italia non riescono più a far fronte alle spese con il proprio reddito e quasi il 50% per affrontare la crisi prevede di tagliare i consumi. E' quanto rivela lo studio Censis-Confcommercio presentato oggi. Nell'anno in cui i consumi pro-capite tornano ai livelli del 2000, il peggioramento delle capacità di spesa è diffuso ovunque, con punte superiori al 70% tra le famiglie del Sud Italia. Una famiglia su 4, poi, ha difficoltà a pagare le tasse e oltre il 72% ad affrontare spese impreviste. Quasi raddoppiate le famiglie che si sono rivolte alle banche per un prestito, mentre oltre il 30% ha dovuto posticipare alcuni pagamenti come bollette, rette scolastiche, spese condominiali. Riguardo al prossimo futuro cresce il senso di sfiducia: gli ottimisti sono passati dal 37 al 30%. E c’è poco da stare allegri infatti considerando che, secondo le stime di Confcommercio, nel 2014 gli italiani dovranno far fronte a ben 6,5 miliardi di euro di imposte in più rispetto al 2013, compresa la "Trise" cioè la nuova tassa sulla casa. Infine, più del 50% delle famiglie indica le misure contro la disoccupazione, e quasi la metà la riduzione delle tasse, gli interventi prioritari che il governo dovrebbe affrontare. Per un commento ai dati del Rapporto ascoltiamo Mariano Bella, presidente dell'Ufficio Studi di Confcommercio:

R. –Siamo in una situazione nella quale la crisi ha tagliato drasticamente i consumi delle famiglie. Qui il Censis oggi ci dice che tra marzo 2013 e ottobre 2013, soltanto nel giro di sei mesi, cresce del 9 per cento la percentuale di famiglie che dice: “Taglierò i consumi anche nel futuro prossimo”.

D. – Un altro dato: una famiglia su quattro ha difficoltà a pagare le tasse, e tanti sono costretti a posticipare i pagamenti come bollette, rette scolastiche, spese condominiali eccetera …

R. – Purtroppo in Italia, per tante ragioni, abbiamo utilizzato esclusivamente la leva dell’incremento fiscale come soluzione ai nostri problemi. Quello che viene dispregiativamente chiamato “austerità” credo sia semplicemente buonsenso. Se io nella mia famiglia spendo più di quanto guadagno, ad un certo punto devo guardare negli occhi gli altri familiari e dire: “Bisogna ridurre le spese”. Invece, lo Stato italiano negli ultimi 20 anni ha semplicemente detto: “Aumentiamo le imposte”, e così i consumi delle famiglie stanno veramente in una difficoltà che non si era mai riscontrata.

D. – Cresce tra le famiglie il senso di sfiducia, nonostante il governo vari momento per momento nuove disposizioni, norme, leggi e piani …

R. – Certo. Tra giugno e l’inizio di settembre, la fiducia era cresciuta perché si era posticipato l’incremento dell’Iva, si era abolita la prima rata sull’Imu della prima casa, e si pagavano un po’ di debiti alle pubbliche amministrazioni. Nell’ultima parte di settembre, poi con il primo ottobre, c’è stata sia una baraonda in termini di instabilità politica sia un ritorno ad un aumento delle imposte attraverso l’incremento dell’Iva. E lì, abbiamo visto subito che la fiducia si è fortemente ridotta. Forse dovremmo smetterla di fare troppe leggi, troppe norme per “mettere una pezza”, per gestire sempre l’emergenza e l’ordinaria amministrazione. Noi ci aspettavamo da questa legge di stabilità una svolta, uno scatto di reni, un cambio di impostazione che invece ci sembra non ci sia stato, non ci sia ancora e anche noi siamo abbastanza delusi. Speriamo che poi nel processo di approvazione ci siano degli emendamenti che la migliorino, nel senso che taglino di più gli sprechi nella pubblica amministrazione per restituire un po’ di potere d’acquisto alle famiglie che stanno soffrendo troppo, e da troppo tempo, una crisi che sembra non finire mai.

Ultimo aggiornamento: 17 ottobre







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