2013-10-15 14:29:41

Il card. Bertone: 7 anni di dedizione e sacrificio accanto a Papa Benedetto


In assenza, come ha spiegato il Pontefice, del nuovo incaricato alla guida della Segreteria di Stato l’arcivescovo veneto Pietro Parolin, solo un discorso ha accompagnato l’intervento del Papa, quello del segretario uscente il cardinale Tarcisio Bertone. Se il Santo Padre congedandolo lo ha ringraziato per la sua sollecitudine e la sua esperta collaborazione in pieno spirito salesiano, il cardinale ha ripercorso con emozione le tappe salienti del suo incarico, affidando ora a Maria “che scioglie i nodi” il futuro della Chiesa. Il servizio di Gabriella Ceraso:RealAudioMP3

"Grazie anche a nome di Benedetto XVI": Papa Francesco si congeda dal cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, anche con un messaggio scritto in cui, come in udienza, ne evidenzia la esperta collaborazione sia nei rapporti internazionali sia nella diffusione del magistero pontificio. E il cardinale, prendendo la parola, ribadisce che sono stati sette anni e sette mesi di dedizione e a volte di sacrificio prima al fianco di Benedetto XVI poi di Papa Francesco. Il suo non è un bilancio, troppo difficile da fare, sottolinea, ma un rivivere gli aspetti importanti dell’incarico che oggi si chiude, a partire da quanto lo ha appassionato:

“Ciò che ci ha appassionato con Papa Benedetto è stato vedere la Chiesa comprendere se stessa nel profondo come comunione e nello stesso tempo capace di parlare al mondo e al cuore e all’intelligenza di oguno con chiarezza di dottrina e con altezza di pensiero”.

Si pensi solo, spiega, ai grandi nodi del rapporto fede-ragione o diritto o legge naturale, oppure al rinnovato dialogo con ebrei e musulmani o alle Encicliche - una fra tutte, la Caritas in veritate - col suo consenso universale.

Per il segretario uscente, Benedetto XVI è stato “un riformatore delle coscienze e del clero”, che ha consegnato il ministero petrino quando il Signore glielo ha ispirato “dopo una meditazione e una preghiera intense” e soprattutto dopo un percorso costellato sia di forti progetti pastorali sia di sofferenze:

“Ha sofferto profondamente per i mali che deturpano il volto della Chiesa e per questo l’ha dotata di una nuova legislazione, che colpisca con decisione il vergognoso fenomeno della pedofilia fra il clero, senza dimenticare l’avvio della nuova normativa in materia economica e amministrativa".

Oggi, la realtà sperimentata con Papa Francesco, rivela il cardinale Bertone, è quella “dell’ascolto, della tenerezza della misericordia e della confidenza”, ma a livello pastorale il Pontefice venuto da lontano - dice il cardinale Bertone - non rivoluziona il passato:

“Io vedo oggi in Papa Francesco non tanto una rivoluzione, ma una continuità con Papa Benedetto pur nella diversità degli accenti e dei segmenti di vita personale. Le nostre origini, i nostri percorsi - come ha detto lei, Santo Padre - sono diversi”.

Il riferimento va alle Giornate mondiali della gioventù, ma anche a due espressioni in particolare che rafforzano questa continuità, secondo il cardinale Bertone:

“Il dono del consiglio spontaneo e ispirato, proiettato verso il futuro, ma ricco di memoria, e poi la comune devozione mariana. Non c’è icona più bella dei due Papi di quella che li fotografa ciascuno raccolto in preghiera davanti alla statua della Madonna, della Madonna di Fatima: a Fatima, nell’anno sacerdotale del 2010, Papa Benedetto; e a Roma, davanti alla medesima immagine, nell’Anno della fede, Papa Francesco, per mettere l’intera Chiesa in stato di penitenza e di purificazione. Sembra proprio che da Fatima si debba ripartire”.

E proprio a Maria sono rivolte le ultime parole del cardinale Bertone, perché aiuti Papa Francesco e il nuovo segretario di Stato, mons. Parolin, a sciogliere i nodi che ancora impediscono alla Chiesa di essere in Cristo il cuore del mondo, “orizzonte auspicato e incessantemente invocato”.









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