Malaysia: proibito ai cristiani l’uso della parola “Allah”. L’arcivescovo di Kuala
Lumpur annuncia il ricorso
La Corte d’Appello della Malaysia ha stabilito che i non-musulmani non possono usare
la parola “Allah” per riferirsi a Dio, rovesciando una precedente sentenza del 31
dicembre che aveva dato ragione ai cristiani. L’arcivescovo di Kuala Lumpur, mons.
Murphy Pakiam, ha detto – all’agenzia Fides – che “il caso è stato fin troppo politicizzato”
ed ha annunciato il ricorso alla Corte Federale “per ottenere giustizia”. I vescovi,
ha proseguito il presule, “hanno puntualizzato che nelle chiese e nelle liturgie si
continuerà a usare il termine Allah”, mentre la sentenza riguarda solo il settimanale
cattolico Herald Malaysia che aveva impugnato la questione. Proprio al direttore
dell’Herald, padre Lawrence Andrew, Charles Collins ha chiesto un commento
sulla sentenza:
R. - The kind
of argument judges put forward …. Il tipo di dibattito che i giudici hanno proposto
sembra essere debole, certamente. Ma cosa dobbiamo fare? Andiamo al secondo livello
di giudizio presso la Corte suprema, la cosiddetta corte federale, dove contesteremo
questa decisione. Per il momento la sentenza dice che l’utilizzo del nome “Allah”
non è parte integrante della fede e della pratica cristiana. Ma non è come la vediamo
noi. Non possiamo dire che Dio non sia una parte integrante della fede e della pratica
cristiana; questo è invece quello che vogliono dire loro. Se noi non abbiamo Dio,
cos’altro può significare la religione? Ma loro sentono che questo “Allah”, nel loro
intendere sia un nome proprio, solo per i musulmani. Quindi è una parola esclusiva
per i musulmani, nessun’altra religione o gruppo può utilizzarla, come per dire: “E’
solo pernoi!”
D. - In ambito linguistico, la parola “Allah” è utilizzata
per indicare Dio nella lingua malese. Dove è stata utilizzata?
R. – Allah in
the malay language... “Allah”, nella lingua malese, è stato utilizzato per centinaia
di anni con il significato di Dio. Ma ora vogliono che utilizziamo la parola “Tuhan”,
che in malese significa “Signore”. Quindi, usare la parola “Signore” al posto di “Dio”.
Cosa facciamo? Dobbiamo dire “Tuhan, Tuhan”. Non possiamo usare più la parola “Dio”
e dovremmo usare “Signore”.
D. - Come hanno reagito le altre comunità cristiane?
R.
– There’s one thing that has come out … È uscita fuori una cosa molto interessante
da questo caso: c’è grande interesse da parte di altri gruppi religiosi di unirsi
a noi e di essere al nostro fianco ora. E’ un po’ tardi, avrebbero dovuto unirsi a
noi fin dall’inizio. Ma a quel tempo questi gruppi non erano abbastanza convinti nel
darci sostegno. Abbiamo fatto appello al governo, abbiamo chiesto il loro supporto,
ma non ce lo hanno dato. Ora che la situazione è un caso d’appello, tutti loro dicono:
“Nessuno di noi vi abbandonerà!”. Ma ora è troppo tardi. Tuttavia, gli indigeni del
Borneo levano alta la loro voce. Quando il Borneo - ex colonia inglese - entrò a far
parte della Malesia, c’era un accordo che diceva che l’islam non era la religione
dominante. Tutto questo è cambiato ora. La situazione è diversa. Il Paese è cambiato.
Se andiamo alla stessa velocità con cui sta avvenendo questo cambiamento, diventeremo
presto un Paese musulmano e la sharia diventerà la legge di Stato.