India: costa devastata ed estese alluvioni per il ciclone Phailin
23 morti finora registrati e un milione di sfollati, un numero crescente di senzatetto
mentre il ciclone Phailin che ha colpito la costa orientale dell’India nella notte
di sabato si porta con venti ancora sostenuti e piogge intense verso l’interno del
Paese. A subire le conseguenze più gravi dell’evento che è arrivato sulla terraferma
con venti ancora di 200 chilometri orari, soprattutto lo Stato orientale di Orissa
e, con il passare delle ore, nelle contigue regioni degli Stati di Andhra Pradesh,
Jharkhand, Chhattisgarh, Madhya Pradesh e Bengala occidentale. Ancora più all’interno
l’allarme è stato lanciato per 28 distretti del Bihar, dopo che le acque dei fiumi
Kosi e Gandhak hanno cominciato a superare gli argini. Nelle aree devastate a ridosso
della costa ma anche nell’entroterra per decine di chilometri, le squadre di soccorso
e i volontari sono al lavoro per ripristinare linee elettriche e telefoniche, strade,
ponti e ferrovie, mentre è già in corso il controesodo degli evacuati che cercano
di recuperare e proteggere quel poco che il ciclone potrebbe avere risparmiato. Ovunque
uno spettacolo di devastazione ricorda la forza di un evento che non si verificava
da 14 anni. Allora, il 27 ottobre 1999 era stato Paradeep a colpire queste aree, impreparate,
facendo 15.000 vittime. Nel caso di Phailin ha funzionato certamente meglio l’azione
di prevenzione, che ha drasticamente limitato il numero delle vittime. Le parti settentrionale
e occidentale dell’Orissa sono ora minacciate non solo da vasti allagamenti dovuti
alla pioggia intensa, ma dallo straripamento dei fiumi Budhabalang, Baitarani e Rusikulya
in diversi distretti, come quelli di Mayurbhanj e Baripada. Molte aree sono irraggiungibili
e i soccorsi per i casi più gravi avvengono con gli elicotteri, che distribuiscono
anche razioni d’emergenza. L’azione di soccorso è stata già avviata, anche sulla base
dell’esperienza accumulata negli anni dal Paese – inclusa la grave alluvione delle
regioni pre-himalayane nello scorso giugno con 6.000 vittime stimate -. Le conseguenze
del disastro, per aree che hanno addirittura cambiato la loro fisionomia geografica,
saranno però durature. (R.P.)