Giappone: approvata la Convenzione di Minamata per il bando del mercurio
Dopo lunghe trattative, la conferenza internazionale organizzata dal Programma delle
Nazioni Unite per l’ambiente (Unep) nella città di meridionale giapponese di Kumamoto
ha approvato la Convenzione di Minamata sul mercurio. Un migliaio di partecipanti
in rappresentanza di 140 nazioni hanno preso parte all’iniziativa definita storica,
sia per le sue origini, sia per i risultati. L’accordo siglato giovedì - riferisce
l'agenzia Misna - definisce le misure per ridurre i danni alla salute umana e all’ambiente
provocato da questa sostanza tossica. Prende infatti il nome dal sito industriale
di Minamata, nei pressi di Kumamoto, colpito negli anni Cinquanta del secolo scorso
da gravi patologie dovute agli scarichi industriali che versati in mare dagli stabilimenti
della Chisso dal 1932 al 1968, quando si definirono le cause delle patologie riscontrate
in lavoratori e abitanti, avvelenarono suolo e acque circostanti. Riconosciute dall’azienda
le responsabilità dirette per 2300 casi di intossicazione (trasmessa anche ai feti
dalle madri gravide) e 1800 decessi, ma indennizzi sono stati versati a circa 10.000
persone. La Convenzione diventerà effettiva dopo la ratifica da parte di almeno 50
nazioni ed è prevista la sua entrata in vigore non prima del 2016. Essa chiama anche
a bandire entro il 2018 il mercurio nel processo di produzione di acetaldeide, utilizzato
in produzioni causa del Morbo di Minamata, con un bando totale per l’utilizzo industriale
della sostanza per il 2020 e il bando alla produzione (se già avviata all’entrata
in vigore della convenzione) entro 15 anni. “Ciascuna parte non dovrà permettere,
prendendo misure adeguate, la produzione, importazione o esportazione di prodotti
con aggiunta di mercurio” si legge nel testo, con riferimento, ad esempio, alle lampade
fluorescenti che contengono una certa quantità di mercurio. Chieste anche adeguate
misure di immagazzinamento e conservazione del mercurio, come pure la riduzione dell’utilizzo
della sostanza nelle miniere d’oro in paesi in via di sviluppo, prevedendo sostegni
ai paesi che fermeranno produzione e utilizzo del mercurio e fornendo compensazioni
ai lavoratori che dovessero per questo subire danni. (R.P.)