Giornata della salute mentale: card. Scola, offrire contesti di speranza
“Accompagnare persone che soffrono chiede speranza da una parte e fortezza dall’altra,
due virtù più che mai necessarie in un tempo di travaglio come quello che stiamo vivendo”.
Con queste parole, dedicate a coloro che ogni giorno assistono e vivono le difficoltà
di quanti sono affetti da disturbi psichici, il cardinale Angelo Scola, arcivescovo
di Milano, ha ricordato la 21.ma Giornata mondiale della salute mentale, che ricorreva
ieri. “La capacità di fronteggiare le difficoltà non è una qualità acquisita una volta
per tutte, ma varia a seconda delle circostanze e del contesto”. “E a questa capacità
– aggiunge il porporato le cui parole sono state riprese dall’agenzia Sir - si può
essere educati: fortezza e speranza maturano nella vita degli uomini all’interno di
un preciso ambito comunitario ed ecclesiale”. In tale percorso educativo “questa rete
amicale e sociale può aiutare la famiglia incoraggiandola ad orientare meglio la sua
attenzione non tanto su presunti deficit o carenze, ma sulle risorse e le potenzialità
in campo”. La comunità dovrebbe offrire - osserva il cardinale Scola - “un contesto
di speranza, di legami sociali così che la persona non resti vittima degli eventi,
ma si attivi per viverli da protagonista”. Il porporato ha inoltre ricordato l’impegno
delle comunità civili ed ecclesiali, “che hanno la responsabilità nel favorire questo
processo nelle famiglie delle persone con malattia mentale” e chiedendosi se sono
“capaci di incoraggiare e rassicurare, offrire ascolto a chi è in difficoltà così
da aiutare a recuperare e mantenere la speranza da una parte e la fortezza dall’altra?”.
L’arcivesco di Milano ha quindi rivolto un pensiero a quanti, di fronte al proprio
disagio hanno reagito, “avviando così un processo di guarigione, la costruzione di
un percorso di vita positivo che, in un circolo virtuoso, ha favorito poi una maggiore
forza personale, più stima in sé, una più sviluppata spiritualità, un maggiore apprezzamento
della vita”. “Queste persone, e le loro famiglie”, ha aggiunto il cardinale, “hanno
avuto fiducia nel Padre celeste che ci rende capaci di affrontare i problemi con la
convinzione di non essere in balia degli eventi”. Hanno accettato, pur con fatica,
i cambiamenti cercando di viverli più come occasione di crescita che come difficoltà
da evitare. “Hanno imparato a vedere gli aspetti positivi della vita”. Di qui l’augurio:
“Sappiano i genitori dedicare tempo ai propri figli per dare loro una base sicura
da cui ripartire per reagire di fronte alle avversità, una speranza di vita a cui
riferirsi nei momenti di crisi per coglierli come opportunità di crescita”. “Anche
alla presenza di una malattia mentale possano la speranza e la fortezza alimentare
coraggio ed entusiasmo per perseverare con costanza in ciò che si è cominciato con
fiducia”. (C.S.)