Il card. Dolan: Papa Francesco amato dal popolo Usa, la sua è una leadership provvidenziale
Il Papa ha ricevuto lunedì scorso i membri della presidenza della Conferenza dei vescovi
cattolici degli Stati Uniti, guidati dal card. Timothy Michael Dolan, arcivescovo
di New York e presidente della Conferenza episcopale. Un incontro importante, come
ha detto lo stesso card. Dolan al microfono di Tracey McLure:
R. – This
is important to us... Questo è importante per noi: come tutte le Conferenze episcopali
della Chiesa, dobbiamo lavorare in buona cooperazione con la Sede Apostolica, con
il Vaticano. L’incontro con Papa Francesco per noi è stata una grande emozione. Io
non lo vedevo dal Conclave e l’arcivescovo Joseph Kurtz, vicepresidente della Conferenza
episcopale statunitense, non lo aveva ancora mai visto. E’ stato davvero emozionante.
E’ stata realmente una conversazione amichevole, lontana da una conversazione d’affari.
Perché tradizionalmente, quando si va dal Papa è un incontro tra fratelli e così è
stato per noi. Abbiamo incontrato anche i prefetti delle Congregazioni, quindi avevamo
un’agenda fitta su vari temi, cui loro erano interessati e su cui ci avevano chiesto
di essere aggiornati. Con il Santo Padre, invece, no! Siamo stati con lui una mezz’oretta
e gli abbiamo portato l’amore e l’ammirazione, la stima e la gratitudine dei cattolici
degli Stati Uniti, del popolo statunitense, specialmente dei vescovi. Abbiamo parlato
di un meraviglioso nuovo senso di freschezza e creatività all’interno della Chiesa
grazie alla sua leadership provvidenziale; lui ci ha chiesto delle ultime questioni
che avevamo affrontato nei lavori della Conferenza episcopale. Gli abbiamo detto,
ad esempio, dell’immigrazione, e lo abbiamo ringraziato per la sua eroica visita a
Lampedusa, e lo abbiamo visto quasi piangere per l’ultima tragedia. Ci ha detto di
aver inviato il suo elemosiniere come suo delegato personale a Lampedusa per stare
con le famiglie, cercare di aiutare i sopravvissuti e cercare di far sì che questa
tragedia non capiti mai più. Poi, ci ha chiesto delle nostre scuole cattoliche, delle
vocazioni, della gente latina … Aveva davvero una sana curiosità nei riguardi della
Chiesa cattolica negli Stati Uniti.
D. – Cosa pensano i cattolici americani
del Papa, specialmente dopo l’intervista che è stata pubblicata nella rivista dei
Gesuiti "America Magazine"? Ci sono state diverse reazioni, ma cosa ha detto la gente?
R.
– I can only tell you… Posso solo dirle che, in generale, quando cammino per le
strade di New York, come cerco di fare molto, il plauso è universale. Sia i cattolici
praticanti, che credenti di altre religioni o anche non credenti mi dicono: “Quanto
amo Papa Francesco!”. E io gliel’ho detto, eh? Penso che la maggior parte dei cattolici
impegnati ne sanno abbastanza per aver capito quello che il Papa intendesse dire e
sanno anche che magari c’era stato qualche errore di interpretazione. Quando c’è un’intervista
così lunga, entusiasmante e ispiratrice, ed alcune persone estrapolano una dozzina
di parole dal contesto, non è corretto … Quindi, sì, lo amano. Hanno amato anche Papa
Benedetto ed hanno amato anche Papa Giovanni Paolo II, ma sembra esserci una nuova
“storia d’amore” con Papa Francesco …