Germania: i missionari scalabriniani in cammino con i migranti e i rifugiati
Forum ‘In esodo per la pace’: il contributo del processo di globalizzazione che ha
reso “liquida” - secondo una definizione del sociologo tedesco Zygmunt Bauman - la
nostra società, ha fatto del mondo un villaggio globale e ha globalizzato i villaggi
locali. In Europa, come in altri continenti, il tessuto sociale è sempre più caratterizzato,
anche a motivo delle migrazioni, dal “meticciamento” di lingue, culture e religioni
differenti. E’ sorta la necessità di un grandissimo “esodo” culturale e spirituale,
che ha comportato uno spostamento radicale di prospettive: da una cultura nazionalistica
alla mondialità, dal culto dell’identità locale alla cultura dell’accoglienza e infine
da una visione espansionistica delle religioni ad una visione dialogica dei rapporti
tra le religioni. La parola pace è diventata oggi sinonimo di convivenza, dialogo
empatico e accoglienza. Proprio su tali tematiche e su come questo “esodo” sia possibile
solo alla sequela di Gesù, che ci ha rivelato il vero volto di Dio, si è espresso
padre Beniamino Rossi, missionario scalabriniano, che, come riferito dall’agenzia
Fides, ha guidato durante la Scalabrini-Fest dei Frutti 2013, il Forum di riflessione,
“In esodo per la pace… alla quale siamo stati chiamati in un solo corpo (cfr. Col
3,15)”. Secondo padre Rossi, presidente dell’agenzia Scalabriniana per la Cooperazione
allo sviluppo, tale sequela si realizza per ciascuno in passi quotidiani di esodo
verso gli altri, nell’adesione e obbedienza alla chiamata unica e personale di Dio
all’amore, nelle diverse forme di vita cristiana. Nel corso dell’iniziativa durata
dal 4 al 6 ottobre, che quest’anno ha riunito a Stoccarda, nel Centro di spiritualità
dei missionari scalabriniani, oltre 250 persone di tutte le età e originari di 33
paesi differenti, ha inoltre avuto luogo la professione dei voti di povertà, castità
e obbedienza, da parte di una nuova missionaria secolare scalabriniana: la messicana
Regina Maria Rosales Medina. (C.S.)